Le terapie intensive e gli altri reparti ospedalieri d’Italia continuano a fare segnare incrementi quotidiani nel numero dei ricoveri, complice l’ondata di contagi attualmente in essere nel Belpaese e alla quale sta contribuendo anche la variante Omicron, sempre più diffusa. A renderlo noto è il bollettino Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali), che sul suo sito pubblica quotidianamente i dati numerici e le statistiche aggiornati circa l’occupazione dei posti letto nei nosocomi della Penisola, garantendo un’istantanea sempre aggiornata e puntuale circa la pressione esercitata sulle strutture sanitarie dai malati Covid.



In particolare, basandoci sui numeri più aggiornati e che campeggiano attualmente sulla home page del portale (datati 3 gennaio 2022), notiamo come le terapie intensive italiane siano occupate al 15%, con l’aumento di un punto percentuale nell’arco di soli tre giorni (al 31 dicembre era al 14%), mentre le degenze in area non critica si attestano in questo momento al 19% (anche in questo caso l’incremento è stato dell’1% rispetto al giorno di San Silvestro, ndr).



BOLLETTINO TERAPIE INTENSIVE AGENAS: I DATI AGGIORNATI REGIONE PER REGIONE

Esaminando ancor più approfonditamente il bollettino fornito da Agenas, che contempla anche le degenze negli altri reparti ospedalieri da parte dei pazienti affetti da Covid-19, notiamo che la maglia nera fra le regioni spetta ancora una volta alla Calabria, dove le terapie intensive sono occupate al 15% e gli altri reparti addirittura al 31%. Male anche la Valle d’Aosta, che presenta una situazione decisamente ardua da pronosticare: a fronte di “appena” un 9% di posti letto nelle terapie intensive, l’occupazione degli altri reparti è cinque volte superiore (45%).



Fanno riflettere anche i numeri preoccupanti della Liguria, che ad oggi conta il 21% delle terapie intensive occupate e il 30% degli altri reparti. Situazioni più leggere in Sardegna (9% terapie intensive, 11% altri reparti), Puglia (7% e 11%) e Molise (5% e 12%).