Il “Mirror”, nota testata giornalistica d’Oltremanica, pubblica un’indiscrezione importante: un gruppo di ricercatori indipendenti avrebbe individuato il paziente zero della pandemia di Covid-19, denominato “Patient Su”. In particolare, si tratterebbe di una donna dell’età di 61 anni, che sarebbe la prima persona in tutto il pianeta ad avere contratto il Coronavirus nel novembre 2019. Essa risiede a tre miglia dall’istituto di virologia di Wuhan, da cui gli studiosi sospettano sia fuggito un insetto da laboratorio, che avrebbe quindi contagiato la malcapitata.



La scoperta è stata fatta da uno scienziato in particolare, di nome Gilles Demaneuf, il quale lavora nel team di investigatori DRASTIC, con cui sta conducendo in maniera del tutto indipendente un’indagine relativa alla genesi del virus SARS-CoV-2 sulla quale, a livello internazionale, vige ancora parecchia confusione. Lo stesso Demaneuf, riporta il “Mirror”, ha dichiarato: “Abbiamo individuato il nome esatto, l’età e l’indirizzo di un caso sospetto molto precoce, precedente di quasi un mese il primo caso ufficiale. Quell’indirizzo è proprio accanto alla linea 2 della metropolitana e non lontano dall’ospedale dell’esercito popolare di liberazione, che ha curato alcuni degli altri primi casi”.



COVID, PAZIENTE ZERO È UNA DONNA?

In merito alla possibile individuazione del paziente zero, il “Mirror” scrive che la donna 61enne si è ammalata di Covid a novembre 2019, con sintomi simili a quelli del virus, ed è stata trasferita al vicino ospedale “Rongjun” di Wuhan. Il Governo della Cina ha sempre dichiarato che il primo caso accertato di Coronavirus risalga all’8 dicembre di quell’anno, ma il professor Yu Chuanhua, docente di biostatistica all’Università di Wuhan, ha affermato di avere a proprie mani dati relativi a tre persone che si sono ammalate di Covid ben prima di dicembre. Stando a quanto scrive il “Mail on Sunday”, la vicenda del misterioso “Patient Su” è stata svelata soltanto a causa di un errore commesso da un importante funzionario cinese, il quale avrebbe inviato accidentalmente uno screenshot a una rivista medica cinese, nel quale si vedeva che il paziente viveva in Zhuodaoquan Street. Quella via non è affatto distante dai laboratori di Wuhan e alla rete metropolitana, con quest’ultima che avrebbe svolto un ruolo cruciale nella diffusione del virus tra gli undici milioni di cittadini.

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