L’aumento esponenziale di casi di coronavirus nel Regno Unito sta destando preoccupazione anche in vista dell’inverno e del possibile arrivo dell’influenza. Anche per questo motivo suscita stupore il fatto che il governo britannico non stia pensando ad un ‘piano B’, ma c’è un motivo ben preciso. C’è uno studio sul tavolo che prevede un crollo dei contagi in inverno. Lo rivela The Telegraph, spiegando che il calo è stato previsto dagli scienziati a novembre. Si spiega così la decisione di temporeggiare, di non introdurre nuove restrizioni come l’obbligo di mascherine, smart working e green pass. Secondo queste proiezioni è solo questione di tempo. Il modello, che è stato realizzato dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine, suggerisce che i casi raggiungeranno presto il picco prima di crollare bruscamente nei mesi invernali, anche senza alcun ‘piano B’. Ci sono altri modelli, riferisce il quotidiano britannico, che sono stati visionati dal governo e che hanno mostrato previsioni simili. Per gli esperti, dunque, i casi potrebbero scendere a circa 5mila al giorno prima di Natale.



COVID UK “NUOVA ONDATA IN PRIMAVERA”

Il professor John Edmunds, del Centro per la moderazione matematica delle malattie infettive della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha spiegato che il loro modello prevede che i casi comincino a calare in autunno. “Tuttavia, il modello suggerisce anche che i casi potrebbero iniziare a salire di nuovo in primavera, a causa di una combinazione di immunità calante e aumento dei contatti”, ha dichiarato al The Telegraph. Inoltre, ha ribadito che circa due settimane fa, quando stavano realizzando il modello, il ministro della Salute aveva reso molto chiaro il fatto che il governo non ha intenzione di introdurre un piano B in futuro. Gran parte dell’attuale ondata nel Regno Unito è legata ai contagi tra i bambini. Fonti scientifiche vicine al governo, citate dal quotidiano britannico, si aspettano che “l’epidemia dei bambini” si esaurisca presto, perché sta aumentando l’immunità nei giovani, tra vaccini e infezioni. Dunque, gli scienziati sono convinti che il coronavirus sia vicino al raggiungere un “equilibrio endemico” e che le recenti oscillazioni si stabilizzeranno presto.



Fonte: Telegraph from London School of Hygiene and Tropical Medicine

“COVID SARÀ COME RAFFREDDORE”. MA DELTA PLUS…

Ieri il Cancelliere dello scacchiere del governo di Boris Johnson, espressione con cui si indica il ministro delle Finanze, ha escluso che sia prevista una imminente implementazione di nuove restrizioni. “Stiamo monitorando tutto, ma al momento i dati non suggeriscono che dovremmo passare immediatamente al piano B, ma naturalmente terremo d’occhio la situazione e i piani sono pronti”, ha dichiarato Rishi Sunak al The Andrew Marr Show su BBC One. La neoministra della Salute Maggie Throup ha confermato che il ‘piano A’ “funziona” e non c’è intenzione di cambiare. Gli epidemiologi hanno preso in considerazione in un altro modello l’ipotesi di implementare le restrizioni in aprile, notando che così si limiterebbero le morti fino al prossimo autunno. Questo darebbe il tempo di incrementare le vaccinazioni e di avere nuovi farmaci, ma non scongiurerebbe un’epidemia successiva. “Se si implementano interventi non farmacologici temporaneamente e poi li si rimuove, allora il loro effetto principale è quello di ritardare qualsiasi epidemia”, ha dichiarato il professor John Edmunds al The Telegraph. Di fatto, però, per gli ecovidsperti non ha senso introdurre restrizioni in questa fase.



Alla fine il Covid diventerà un’altra causa del comune raffreddore. Una volta che sei stato vaccinato e hai avuto l’infezione un paio di volte, sarà quasi sempre asintomatica o avrà sintomi come un raffreddore”, ha dichiarato Paul Hunter, professore di Medicina all’Università dell’East Anglia. D’altra parte, gli scienziati hanno avvertito che nessuno dei modelli tiene conto della nuova variante Delta – AY4.2, Delta plus – che potrebbe essere il 10% più infettiva, e potrebbe fermare il calo di contagi e far tornare a correre l’epidemia.