Dal Regno Unito arrivano dati incoraggianti e in controtendenza per chi riteneva che la riapertura totale delle attività dallo scorso 17 luglio potesse portare a un ritorno dei contagi, dei ricoveri e anche delle morti. Da sei giorni consecutivi (non accadeva dallo scorso novembre quando i giorni erano stati sette) i casi di coronavirus sono diminuiti. Il 17 luglio erano sopra quota 54mila, adesso siamo a 24.950 nuovi contagi. Le previsioni, una volta revocate le restrizioni, parlavano di 100mila nuovi contagi. Cosa sta succedendo? Secondo Massimo Clementiprofessore ordinario di Microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e primario, presso la stessa struttura, del laboratorio di microbiologia e virologia, “nel Regno Unito si era seguita una politica che prevedeva una sola vaccinazione.



Con l’arrivo della variante Delta si è proceduti a una campagna di completamento del ciclo vaccinale di massa, e il calo dei contagi ci conferma l’assoluta necessità del vaccino. Inoltre ci potrebbe anche essere un’intrinseca incapacità del virus di contagiare oltre un certo limite, cosa questa che dovremo attendere ancora un certo periodo per vedere se è così. I dati comunque al momento sono molto incoraggianti”. Purtroppo, nelle ultime ore, è arrivata la notizia della morte di una bambina siciliana di 11 anni che aveva contratto proprio la variante Delta: “Bisognerà procedere ad esami approfonditi, capire di che malattia soffriva la bambina, il diabete ad esempio è patologia metabolica gravissima, ma certamente non aiuta il fatto che i genitori fossero no vax e in famiglia nessuno fosse vaccinato”.



Contagi in discesa nel Regno Unito del 38%, nonostante il paese sia stato quello maggiormente colpito dalla variante Delta in Europa. Come si spiega secondo lei?

Il Regno Unito è stato anche il primo paese a essere colpito dalla variante, oltre all’India naturalmente, ma nei due casi siamo davanti ad aspetti sociali molto diversi, anche se pure in India si sta assistendo a un calo dei contagi. Come successo con altre varianti, queste ondate si caratterizzano dall’arrivo di un nuovo virus che si diffonde con una diffusione superiore tanto da rimpiazzare quello precedente. È abbastanza tipico del Sars, che si è sempre comportato in questo modo. Ci sono due elementi che vanno considerati.



Ci dica.

In primo luogo quello che abbiamo detto prima. La Gran Bretagna non ha più l’incremento di contagi che aveva nei mesi scorsi. Un numero notevole di vaccinati avevano ricevuto una dose soltanto perché questa era stata la scelta nazionale, di usare una sola vaccinazione con AstraZeneca. Una politica che inizialmente aveva pagato, tanto che Johnson era stato complimentato per questa scelta che era sembrata coraggiosa.

Invece?

Questa scelta però con l’arrivo della variante Delta ha dimostrato che è necessario completare il ciclo vaccinale, cioè due dosi, e adesso gli inglesi stanno correndo ai ripari. L’altro elemento positivo, anche se va confermato, è che i risultati che si stanno ottenendo dimostrerebbero che la variante potrebbe aver toccato un apice di diffusione, per rientrare ora un po’ nei ranghi.

Quindi sta scemando da sola? Esperti inglesi ritengono che grazie al lancio della vaccinazione e dell’infezione naturale il virus abbia incontrato un muro di immunità nazionale. È possibile sia così?

Questo è possibile, non fa che rinforzare l’evidenza che il vaccino ferma il virus perché anche lì come in Italia i contagiati sono persone non vaccinate o vaccinate una sola volta. Però ci potrebbe anche essere un’intrinseca incapacità del virus di contagiare oltre un certo limite, staremo a vedere se è così. Certamente siamo davanti a un dato positivo, c’erano state previsioni catastrofiche, si era detto che Boris Johnson era stato uno sconsiderato a riaprire tutto, cento scienziati gli avevano scritto dicendogli di fare marcia indietro. Il coraggio qualche volta paga.

E anche un po’ di fortuna. Sempre diversi studiosi inglesi dicono che si continuerà a essere contagiati e anche a morire, ma tra la fine di settembre e ottobre il peggio sarà passato. Che ne pensa?

Potrebbe essere. In tal caso per l’Italia, con l’80% dei vaccinati se lo faranno anche i giovani e i docenti, potrebbe non essere un problema. Questo virus non scomparirà come successo con gli altri coronavirus perché le dimensioni di quelli erano molto modeste, questa volta abbiamo avuto un contagio a livello mondiale. Rimarrà endemico e auguriamoci che continui questo processo perché la tanto famigerata variante Delta, dal punto di vista della patologia che genera, non è così grave, non ci sono le infezioni delle alte vie aree e tantissimi giovani sono totalmente asintomatici.

Quindi dobbiamo guardare a quanto succede in Uk?

Sì per quello che riguarda l’andamento dell’infezione, un po’ meno per quanto riguarda la strategia vaccinale perché il Regno Unito ha avuto una strategia diversa in tempi diversi, quindi non somiglia molto a noi come situazione. Alla fine ci sarà utile vedere cosa succede, perché sono un po’ più avanti per quello che riguarda la variante Delta. Però non mi sentirei personalmente di dire che il green pass non serve.

A proposito dell’Italia, una ragazzina di 11 anni è morta dopo due settimane di ricovero in ospedale perché colpita proprio dalla variante Delta. A infettarla sarebbe stata la sorella tornata da una vacanza in Spagna. I genitori sono no vax, nessuno dei componenti della famiglia era vaccinato. Che idea si è fatto?

Non si può ancora dire se sia morta perché non vaccinata, bisognerà approfondire la questione, sapere qualcosa di più della malattia di cui soffriva. Sappiamo ad esempio che in particolare il diabete rappresenta negli anziani un fattore di gravissimo rischio come altre patologie metaboliche. Certamente la cultura no vax a cui aderiscono quei genitori non aiuta. La variante Delta purtroppo colpisce, a differenza della prima ondata del virus, i giovani e i giovanissimi. Il vaccino è necessario anche per loro.

Insomma l’allarme è sempre alto e bisogna continuare a prestarvi attenzione?

Ci saranno cambiamenti evidenti, ci sono condizioni legate anche alle abitudini del popolo italiano. Penso che ad esempio ci siano cose che rimarranno nel nostro comportamento, come l’uso della mascherina. Siamo sicuri quando l’inverno prossimo ci sarà una pandemia influenzale che faremo a meno della mascherina in metropolitana?

(Paolo Vites) 

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