C’è una nuova sottovariante della Delta, già ribattezzata Delta Plus, che sta facendo registrare casi in aumento nel Regno Unito, e che potrebbe essere contagiosa fino al 10 per cento in più rispetto alla sua “origine”. Come sottolineato dai colleghi de Il Messaggero, negli ultimi giorni oltre Manica si stanno registrando stabilmente più di 40mila casi ogni giorno, e parte di questi sarebbero dovuti proprio a questa nuova modifica del ceppo originario del covid, nome scientifico AY.4.2. Ieri è stato toccato il nuovo record di positivi da luglio, leggasi 49.156 contagiati su circa un milione di test, e di conseguenza il governo di Boris Johnson, attraverso un portavoce, ha riconosciuto che bisognerà far fronte ad un un periodo invernale «impegnativo».



Anche per questo si è deciso di aprire le prenotazioni delle terze dosi del vaccino anti covid a tutti gli over 50 nonché agli over 16 con fragilità. Scott Gottlieb, l’ex commissario statunitense per gli alimenti e i farmaci, ha chiesto un’indagine urgente per cercare di capire quanto la sottovariante della Delta stia incidendo e quanto sia diffusa: «Il Regno Unito – ha twittato l’esperto – ha riportato il suo più grande aumento di casi di Covid in un giorno in tre mesi proprio con l’arrivo della nuova variante Delta AY.4, la mutazione nello spike raggiunge l’8% dei casi sequenziati nel Regno Unito. Servono ricerche urgenti per capire se questa Delta plus sia più trasmissibile e abbia una possibile capacità di arginare l’immunità dei vaccini».



IN UK SCOPERTA LA VARIANTE DELTA PLUS: LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ADDETTI AI LAVORI

Così invece il professor Francois Balloux, direttore dell’University College London Genetics Institute, che parlato di «ceppo potenzialmente più infettivo, che non è ancora confrontabile con quello che abbiamo visto con Alpha». Il governo Johnson ha fatto sapere che i dati vengono tenuti sotto stretto monitoraggio per individuare celermente qualsiasi anomali, anche se lo stesso esecutivo sottolinea come un aumento di casi fosse previsto a seguito del liberi tutti dello scorso 19 luglio.

Non mancano comunque le preoccupazioni, così come quanto manifestato dal professor Andrew Hayward, epidemiologo e componente del comitato di consulenza scientifica del governo denominato Sage, che teme che il servizio sanitario nazionale possa «tornare sotto forte pressione» in inverno. Secondo l’esperto bisognerò spingere con le terze dosi e ripristinare misure restrittive qualora i contagi dovessero impennarsi ulteriormente.