C’è un nuovo sorprendente studio sul covid proveniente dagli Usa, secondo cui un comune integratore ridurrebbe la carica virale di chi contrae il coronavirus, nonché la gravità della stessa malattia. Il lavoro è realizzato dai ricercatori della facoltà di Medicina dell’Università della California di Los Angeles, come riferisce l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, e fa riferimento all’integratore alimentare a base di GABA, neurotrasmettitore naturale usato solitamente per conciliare il sonno. Attualmente sono stati effettuati degli studi preclinici sui topi, e i risultati sono davvero sorprendenti in quanto GABA è stato in grado appunto di ridurre la gravità della malattia, la carica virale, e di conseguenza anche i tassi di mortalità. Il trattamento con questo integratore risulta essere efficace contro il covid se somministrato subito dopo l’infezione o alcuni giorni dopo, ma sempre vicino al picco di produzione del virus. Per arrivare a tale risultato sorprendente i ricercatori dell’università della California avevano in precedenza scoperto che le cellule del sistema immunitario posseggono dei recettori GABA, e attivandoli si inibivano le azioni infiammatorie delle cellule immunitarie.



“Approfittando di questa proprietà – aggiunge IlFattoQuotidiano – gli autori hanno riportato in una serie di studi che la somministrazione di GABA ha inibito malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide in modelli murini di questi disturbi”. Dai risultati emerge quindi che questi effetti protettivi dell’integratore potrebbero aiutare a curare le malattie indotte da future varianti del covid e da nuovi beta-coronavirus.



COVID, INTEGRATORE RIDUCE GRAVITA’, STUDIO SUL GABA “POTREBBE DIVENIRE TRATTAMENTO STANDARD”

Daniel L. Kaufman, autore dello studio sul covid, nonché ricercatore e professore di Farmacologia molecolare e medica presso la David Geffen School of Medicine dell’Università di Los Angeles, ha affermato: “Le varianti SARS-CoV-2 e i nuovi coronavirus continueranno a sorgere e potrebbero non essere controllati in modo efficiente dai vaccini e dai farmaci antivirali disponibili. Inoltre, è probabile che la generazione di nuovi vaccini sia molto più lenta della diffusione di nuove varianti”.



“Se le nostre osservazioni sugli effetti protettivi della terapia GABA nei topi con infezione da SARS-CoV-2 sono confermate negli studi clinici, – ha proseguito e concluso l’esperto – il GABA potrebbe fornire un trattamento standard per aiutare a migliorare le infezioni con varianti SARS-CoV-2″.