Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute nel governo Draghi, ha affermato che è venuto il tempo di passare a una “gestione ordinaria del Covid-19, così come avviene per l’influenza”. L’ha affermato sulle colonne di QN, aggiungendo che è molto probabile che lo stato d’emergenza non venga prorogato e questa è una considerazione dettata dall’osservazione dell’andamento della pandemia: “Se i contagi continueranno a calare e lo stesso trend sarà rilevato soprattutto nei ricoveri e nelle terapie intensive, non vedo ragioni per dover prolungare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo. È un termine che coincide con il momento in cui verosimilmente potremo rimodulare alcune delle restrizioni che il virus ci ha finora imposto. Poi, come sempre avviene, nel governo si discute, ci si confronta e poi si trova la sintesi. Tutte le decisioni sono collegiali e supportate da argomentazioni scientifiche”.
A giudizio di Sileri, i dati dell’Italia e degli altri Paesi che hanno subìto l’ondata della variante Omicron prima che questa arrivasse alle nostre latitudini, rivelano che le caratteristiche intrinseche della mutazione arrivata dal Sudafrica, unite agli elevati livelli di immunizzazione nella popolazione, rendono più gestibili le sue manifestazioni cliniche. Ecco spiegato perché, quindi, è tempo di passare “ad una gestione ordinaria, così come avviene per l’influenza. Questo vuol dire fare sorveglianza sulle forme gravi, definire la tempistica degli eventuali richiami vaccinali stagionali e separare l’aspetto sanitario da quello amministrativo”.
SILERI: “IL GREEN PASS DEVE CAMBIARE”
Nel prosieguo del suo intervento su QN, Pierpaolo Sileri ha affrontato anche l’argomento Green Pass, ricordando come esso sia stato uno strumento fondamentale per tenere l’Italia al riparo dalla variante Delta nella seconda metà del 2021, con un’incidenza della mortalità tra le più basse in Europa, di gran lunga inferiore a quella di Paesi comparabili al nostro, come la Germania o il Regno Unito.
Adesso è tempo di Omicron e anche la certificazione verde deve cambiare, così come il ricorso al tampone: “Vorrei dire chiaramente che il test va fatto soltanto in presenza di sintomi specifici. Chi è asintomatico e vaccinato con tre dosi corre pochissimi rischi, quindi in queste circostanze non ha senso continuare a testarsi. In ogni caso, essere positivi non vuol dire essere malati: soprattutto per i positivi asintomatici si va verso una riduzione dell’isolamento”. Infine, se sulla proroga dell’obbligo vaccinale per gli over 50 Sileri non si è espresso (“di fronte a certe evidenze non dovrebbe servire l’obbligo per andare subito al più vicino centro vaccinale”), in relazione alla diffusione giornaliera del bollettino Coronavirus essa sarà legata anche “all’approccio che dovranno avere i media nel presentare correttamente i dati, senza enfatizzarli né drammatizzarli”.