I vaccini non sono l’unica arma a disposizione per combattere il Covid, o comunque non bastano da soli per chiudere la stagione pandemica. Netto Giorgio Buonanno, professore di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino e alla Queensland University of Technology di Brisbane in Australia, ai microfoni del Corriere della Sera.
L’esperto ha spiegato che i vaccini hanno la capacità di ridurre la malattia rispetto al contagio e per una variante così infettiva come la Delta risultano fondamentali, ma l’efficacia si riduce nel giro di 3-4 mesi, ben meno rispetto ai 9 mesi necessari per vaccinare la popolazione: «Di conseguenza siamo costretti sempre ad inseguire le ondate del virus». Ma non è tutto: secondo Buonanno, è stato commesso un errore fin dall’inizio della pandemia legato a come si diffonde il Covid…
“BISOGNA METTERE IN SICUREZZA L’ARIA”
«Come è ormai sottolineato da numerosi studi scientifici, e ammesso anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità, la modalità di contagio dominante non è legata ai droplets emessi da chi tossisce o starnutisce e che precipitano rapidamente a terra, ma è la trasmissione aerea , nella quale il virus viaggia all’interno di goccioline molto piccole (il famoso aerosol), in grado di galleggiare nell’aria. Si può immaginare l’analogia tra una persona infetta ed un fumatore: l’aerosol avrà un comportamento simile al fumo della sigaretta», l’analisi del professor Buonanno al Corriere, rimarcando che il rischio di infezione negli ambienti chiusi si può stimare e mitigare con interventi di tipo ingegneristico. Una cosa è certa, per vincere la battaglia contro il Covid è fondamentale puntare su un mix di soluzioni che comprende, oltre la ventilazione, la vaccinazione, le mascherine, la gestione dell’affollamento e il tempo di permanenza. Mettere in sicurezza l’aria è possibile, ha aggiunto l’esperto: «L’acqua che esce dai nostri rubinetti è pulita. Lo diamo per scontato, ma duecento anni fa il colera si diffondeva proprio attraverso l’acqua. A partire da allora con l’approccio ingegneristico abbiamo messo “in sicurezza l’acqua”. Oggi siamo pronti a fare la stessa cosa anche per l’aria: ogni individuo ha il diritto non solo di acqua pulita, ma anche di aria esente da inquinanti e agenti patogeni. È un diritto dei cittadini ed un dovere dei gestori degli ambienti pubblici».