La variante inglese (Alfa) è ancora la più diffusa in Italia con una percentuale del 74,9% sul numero di casi. Ma si registra un aumento significativo dei casi di variante Delta e di un suo sottotipo, che passano dal 4,2% di maggio al 16,8% di giugno. Lo evidenzia il terzo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla prevalenza e distribuzione delle varianti Covid di interesse per la sanità pubblica in Italia. I dati riguardano 31.158 casi di infezione da coronavirus con genotipizzazione tramite sequenziamento. Questi indicano come in Italia stia crescendo da un lato la capacità di sequenziamento dei ceppi virali circolanti, ma di fatto anche la prevalenza della variante indiana. Nel periodo di riferimento che va dal 28 dicembre 2020 al 21 giugno 2021 sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 un totale di 31.158 casi Covid con genotipizzazione tramite sequenziamento su un totale di 2.167.827 casi riportati. Quindi, per quanto concerne il sequenziamento, si è passati dallo 0,5% di gennaio al 2,5% di questo mese. La variante prevalente nell’intero periodo resta quella Alfa (lignaggio B.1.1.7), quindi quella inglese, ma il trend è in diminuzione rispetto alle altre varianti.



VARIANTE DELTA, ALLARME ISS NELL’ULTIMO REPORT

Il nuovo rapporto Iss evidenzia, dunque, un incremento significativo della frequenza e diffusione di casi causati dalle varianti Kappa e Delta, le cosiddette varianti indiane, che sono associate principalmente a focolai circoscritti identificati in alcune aree italiane. In base ai dati disponibili, la percentuale è passata dal 4,2% di maggio 2021 al 16,8% di giugno 2021. Invece la variante Gamma (lignaggio P.1), quella brasiliana, ha una diffusione maggiore in alcune regioni, con prevalenza complessiva pari al 6,5% ma andamento stazionario nel periodo di riferimento. La prevalenza di altre varianti del coronavirus è inferiore all’1 per cento in Italia, fatta eccezione per la variante Eta (lignaggio B.1.525) identificata nel Regno Unito. Anche se il Sistema di Sorveglianza non fa distinzione tra varianti Kappa e Delta, in quanto appartengono allo stesso lignaggio, dall’ultima indagine di prevalenza è emerso che in Italia la variante Delta è stata riscontrata nell’89% dei casi dovuti a lignaggio comune a Kappa e Delta. «Dalla nostra sorveglianza epidemiologica emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente», afferma Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento malattie infettive dell’Iss. La prossima flash survey sarà utile per avere una stima più precisa.

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