C’è una simulazione circolante all’Istituto Superiore di Sanità, e già visionata dal Comitato Tecnico Scientifico, che ipotizza un’impennata dei casi nel giro di poche settimane fino a 40.000 al giorno. Il dato è riportato dal quotidiano Il Messaggero che tiene a sottolineare come si tratti solo di “una simulazione teorica”, ma che deve comunque fare riflettere. Tutta colpa della variante covid inglese, che si diffonde in maniera ben più rapida rispetto alla versione “classica” del virus, viaggiando ad una velocità superiore del 40 per cento; ecco perchè da qui a poco tempo, entro la metà del mese di marzo, i casi potrebbero non essere inferiori ai 25.000 al giorno (circa il doppio rispetto a quelli attuali), e sempre che vengano rafforzate le misure di contenimento.



Al momento l’Iss ha fatto sapere che i casi di “inglese” sul totale sono pari al 17.8%, ma nel giro di breve tempo dovrebbero crescere fino al 40/50%, e nei prossimi giorni inizieremo a vederne gli effetti. Già rapportando l’ultimo fine settimane al precedente, si è avuto un balzo in avanti di circa 5.000 casi, e se teniamo conto anche dell’Indice Rt cresciuto a 0.99, ecco che i segnali d’allarme ci sono tutti, e sono evidenti.



COVID, VARIANTE INGLESE: QUALI MISURE SERVIRANNO PER CONTENERLO?

A preoccupare gli esperti il fatto che la nuova variante inglese di covid sembra colpire anche i giovani e i bambini, categoria fino ad oggi rimasta tutto sommato “immune” al virus, con decine di focolai comparsi nelle scuole fra Carpineto Romano, Colleferro, Bollate, Forlì e via discorrendo. Come sempre la regione che più preoccupa è la Lombardia, con il professor Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, che già giorni fa aveva lanciato l’allarme: “Il contagio sta ripartendo, la variante inglese è arrivata”, detto fatto e casi di inglese si sono purtroppo moltiplicati come temuto. “Questi scenari tra gli esperti del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità ma anche delle varie Regioni sono ben conosciuti – conclude Mauro Evangelisti, il collega de Il Messaggero che ha scritto il pezzo – tutti sanno che un uragano sta arrivando, ciò che ancora non è chiaro è quale sarà la sua forza e quali misure saranno necessarie per contenerlo”.

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