Una nuova variante Covid è arrivata anche in Italia. Si tratta della KP.2, che negli Stati Uniti è diventata la più diffusa e causa 1 caso su 4. “Gli americani si stanno preoccupando per questa ultima variante che deriva da Jn.1. La KP.2 ha tre mutazioni interessanti ma in Usa si stanno preoccupando un po’ troppo” ha spiegato l’epidemiologo Massimo Ciccozzi sulle pagine dell’Adnkronos Salute. Ciccozzi è tra gli autori di uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma dedicato proprio alla variante KP.2 e pubblicato su ‘The Journal of Infectious Diseases’.
L’esperto spiega che “una di queste mutazioni è nel sito 455, una ‘flip mutation'”. Questa è in grado di cambiare l’aminoacido e destabilizzare la struttura della proteina. Secondo l’epidemiologo, però, ciò “non significa che sia più immunoevasiva”. Dunque “non elude i vaccini anti-Covid” e inoltre non è più pericolosa. Questa nuova variante ricorda inoltre Delta anche se è meno aggressiva, come sottolinea ancora l’esperto, che poi spiega: “Dal nostro studio emerge che non ci sono rischi di maggior virulenza ed evasione del sistema immunitario, tenderà a sostituire le varianti precedenti”.
Covid variante KP.2, Ciccozzi: “No ad allarmismi inutili”
L’errore che si sta facendo con la variante Covid KP.2 è quella di “confondere la fitness evolutiva con la fitness di contagiosità” secondo Massimo Ciccozzi, epidemiologo. L’esperto, all’Adnkronos Salute, spiega infatti che una cosa è la capacità di adattamento ovvero la fitness evolutiva mentre un’altra la gravità ovvero la fitness di contagiosità. Il Covid è diverso da altri virus come l’ebola, che seppur con una contagiosità bassa risultava letale per chi la contraeva.
Secondo Ciccozzi, infatti, con il Covid “se aumenta la capacità di adattarsi, diminuisce la gravità di malattia. Comunque è bene monitorare il virus, senza creare inutili allarmismi”. Niente paura, dunque, neppure con questa nuova variante del virus che non sembra destare particolare preoccupazione tra gli esperti.