Fiumi di crack in cambio di sesso durante alcuni festini tenuti nelle loro abitazioni private da parte di due imprenditori della Torino bene. Tutto sarebbe partito dalla denuncia di Paolo, 25enne torinese, che nei giorni scorsi ha denunciato un giro di prostituzione omosessuale e festini a base di crack. Adesso però, come spiega La Stampa, ci sarebbe una nuova denuncia agli atti dei carabinieri, che va a ripercorrere ciò che sarebbe accaduto nelle abitazioni dei due amici imprenditori torinesi denunciati e che avrebbero accolto giovani sbandati e tossicodipendenti ai quali offrivano droga in cambio di prestazioni sessuali.
Nel corso di questi festini sarebbe stato fatto uso anche della cosiddetta droga dello stupro. Drammatica la testimonianza di Luca, amico del 25enne Paolo, che prima di presentare formale denuncia ai carabinieri era stato intervistato da Le Iene e La Stampa: “Queste persone vanno in cerca di giovani con problemi economici, dipendenti dal crack, che non possono permettersi di comprare le dosi. Sono i pusher a portarli in quelle case. Anch’io ci sono stato. Le ho viste con i miei occhi. Ho filmato gli interni. Ho visto la droga, ho assistito agli approcci sessuali, e il via vai di spacciatori”.
CRACK IN CAMBIO DI SESSO DURANTE FESTINI A TORINO
A detta di Luca, sarebbe stato proprio Paolo a chiedergli aiuto proprio mentre un giorno si trovava in una delle abitazioni in cui si svolgevano i festini a base di droga e sesso. “L’ho raggiunto e ho scoperto quel mondo. Entrando in una stanza, ho subito visto un tavolino con la droga. C’era una bottiglia per fumare il crack. Il padrone di casa è arrivato e si è spogliato. Ero allibito”, ha rivelato. In quella circostanza andò via portando con sè Paolo: “Il giorno dopo l’ho sentito al telefono, gli ho detto che non poteva continuare a fare quella vita. E che il crack l’avrebbe ucciso”. Eppure il 25enne per mesi ha continuato a frequentare gli alloggi dei due ricchi imprenditori. Nella sua denuncia Luca ha raccontato ciò che accadeva in quella che è stata ribattezzata una sorta di “Terrazza Sentimento” in salsa torinese dove i pusher sarebbero presenze fisse: “Ogni volta che finiva la droga, bastava chiamare lo spacciatore di turno e la consegna era assicurata. Li ho visti arrivare in taxi, anche durante il periodo di lockdown. Uno di questi andava in giro con la moglie incinta per giustificare le uscite in caso di controlli”.
Parlando dell’amico Paolo, che ha contribuito a svelare questo mondo “sommerso”, Luca lo ha definito “assuefatto”. Anche mentre era in ospedale, un amico dei due imprenditori lo avrebbe perseguitato e avrebbe minacciato Luca di gambizzarlo: “Volevano farmi del male. Forse gambizzarmi, perché ho cercato di portare in salvo Paolo, strapparlo da un giro di predatori sessuali, dai loro festini privati, dalle loro belle case in centro con sale cinema, terrazze sulla città e tavolini pieni di crack”. Ora il 25enne si trova in una comunità: “Ho denunciato per raccontare la violenza di quegli incontri. L’omosessualità non c’entra nulla“, precisa.