Nuove importanti testimonianze emergono dall’udienza dibattimentale di venerdì scorso sulla morte del rapper Cranio Randagio, al secolo Vittorio Andrei, deceduto la notte tra l’11 e il 12 novembre 2016 a casa dell’amico Pierfrancesco Bonolis a Roma, in zona Balduina. Sentiti dal pm Giovanni Nostro, due testimoni hanno spiegato come mentre il rapper stava morendo gli amici intorno ridevano, scherzavano e lo filmavano senza rendersi conto di quello che stava succedendo. Andrei, infatti, era in preda a una crisi cardiorespiratoria che di lì a poco lo avrebbe ucciso. “Il respiro era rumoroso, tipo di uno che stava russando” ha spiegato una testimone.
La stessa, sentita dal pm, ha svelato: “Sono stati consumati stupefacenti di ogni tipo, c’era un via-vai di gente nella camera di Bonolis, allestita appositamente per consumare le droghe”. Poi il dettaglio del video della mattina seguente. Cranio Randagio, forse, poteva essere salvato se qualcuno avesse chiamato un’ambulanza per tempo. Invece solo tra le 13.30 e le 14 i ragazzi si accorsero del respiro agonico che stava portando il giovane a morire per crisi cardiorespiratoria da intossicazione acuta da stupefacenti.
Cranio Randagio, la sera della morte droga a fiumi in casa
Dal quadro delineato emerge chiaramente che nell’appartamento girava di tutto e Bonolis, che aveva dichiarato di aver visto circolare solo qualche canna, ammise solo in un secondo momento che lui e l’amico consumassero grandi quantità di droga. Nel video della mattina si vedono Bonolis e Jaime Garcia de Vincentiis (l’altro accusato di favoreggiamento) che ridono e scherzano senza aver minimamente compreso la gravità della situazione.
Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia de Vincentiis, tutelati dal legale Giovanni Maria Giaquinto, sono finiti a giudizio per “favoreggiamento” avendo tentato di coprire l’amico Francesco Manente, accusato a sua volta di detenzione di droga e morte in conseguenza di altro reato in quanto colui che portò la droga alla festa che causò la morte di Vittorio Andrei.