La riscossione dei crediti da parte del fisco punta a cercare di abbattere, per lo mento in parte, quella montagna di arretrati da 1.200 miliardi di euro, ma anche a velocizzare le procedure di incasso sui crediti ancora recuperabili, e infine, ad ampliare il più possibile la rateizzazione, lunga fino a 10 anni. Questo quanto si leggeva ieri mattina su Il Sole 24 Ore, citando il lavoro messo a punto attraverso il decreto attuativo della delega fiscale sulla riscossione, al momento alle battute finali al punto che il suo arrivo è considerato imminente così come annunciato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo nel corso di Telefisco.



Secondo il quotidiano finanziario bisogna ridurre il perimetro per quanto riguarda i crediti su cui focalizzare maggiormente il recupero, di conseguenza gli importi non riscossi verranno automaticamente “discaricati” nel giro di cinque anni da quello di affidamento delle somme da parte degli enti creditori. Da questa restituzione saranno però esclusi i carichi per cui è sospesa la riscossione o sono ancora pendenti delle procedure esecutive o concorsuali.



CREDITI FISCALI, FINO A 10 ANNI DI RATE E STOP AGLI INESIGIBILI: ORA SI PUÒ DILAZIONARE FINO A 6 ANNI

Un’altra eccezione riguarda le facilitazioni per la crisi di impresa, e in questo caso Il Sole 24 Ore cita “accordi di ristrutturazione, transazioni fiscali o previdenziali o ancora dilazioni di pagamento (anche in questo anno poi il calendario del discarico farà riferimento al quinto anno dalla fine del beneficio)”.

Secondo il quotidiano finanziario il punto più forte dell’attuazione sarà la possibilità di rateizzare la restituzione dei crediti fiscali fino a 10 anni, rispetto a quanto avviene al momento, ovvero, 72 rate per un massimo di 6 anni. Si tratta di un’agevolazione non da poco visto che stando ai numeri il 50 per cento dei pagamenti delle cartelle arriva tramite rate. Dovrebbero poi arrivre altre semplificazione come “lo stop alla necessità di verificare l’impossibilità di pagare secondo il piano ordinario e l’addio alla valutazione della solvibilità in base all’arco della dilazione”, aggiunge Il Sole 24 Ore.