A partire dal primo gennaio per tutto il 2023 sarà erogato il credito d’imposta 500 mila euro per le PMI, utile a coloro che hanno dovuto richiedere delle consulenze relative alla quotazione delle pubbliche e medie imprese. Il credito d’imposta è stato aumentato da 200.000 a 500 mila euro e per l’anno 2023 il fondo complessivo è stato raddoppiato da cinque a dieci milioni di euro. 10 milioni anche per l’anno 2024. Lo ha stabilito l’articolo 1 comma 395 della legge di bilancio 2023.
Credito d’imposta 500 mila euro per le PMI: spese rimborsate fino al 50%, come funziona
Tutti coloro che quindi hanno deciso di chiedere una consulenza per quotare le pubbliche medie imprese, potranno ottenere il credito d’imposta al 50% per il rimborso delle spese sostenute. Il contributo è valido per tutti coloro che hanno deciso di quotarsi in un mercato regolamentato oppure in sistemi multilaterali di negoziazione di uno stato europeo oppure dello spazio economico europeo.
La misura agevolativa è stata introdotta attraverso la legge 205/2017 ed ha aiutato moltissimo le quotazioni relative al mercato Euronext growth Milano che ha registrato un incremento notevole a partire dal gennaio 2018 fino al dicembre 2021. In totale si sono avute 122 offerte pubbliche iniziali (le cosiddette Ipo n.d.r.) di cui le prime anno rappresentato al 80%.
Credito d’imposta 500 mila euro per le PMI: credito d’imposta fino a 500 mila euro
Quindi con decorrenza primo gennaio 2023, tutte le spese sostenute per la consulenza delle quotazioni delle pubbliche medie imprese, potranno essere agevolate nella misura del 50% tutte le spese sostenute per:
- attività sostenute in vista dell’inizio del processo di quotazione e ad esso finalizzate, quali, tra gli altri, l’implementazione e l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, l’assistenza dell’impresa nella redazione del piano industriale, il supporto all’impresa in tutte le fasi del percorso funzionale alla quotazione;
- attività fornite durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l’idoneità della società all’ammissione stessa e alla successiva permanenza sul mercato;
- attività necessarie per collocare presso gli investitori le azioni oggetto di quotazione;
- attività finalizzate a supportare la società emittente nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche e nella conseguente preparazione di un report;
- attività di assistenza dell’emittente nella redazione di documento d’ammissione, prospetto o documenti per il collocamento presso investitori qualificati;
- attività riguardanti le questioni legali, fiscali e contrattualistiche strettamente inerenti alla procedura di quotazione;
attività di comunicazione necessarie a offrire la massima visibilità della società, a divulgare l’investment case, tramite interviste, note stampa, ecc.
Credito d’imposta 500 mila euro per le PMI: solo spese per attività prestate da consulenti esterni
Ai fini della determinazione del credito d’imposta sono ammissibili i costi direttamente connessi allo svolgimento delle suddette attività e prestate da consulenti esterni, persone fisiche e giuridiche, come servizi non continuativi o periodici e al di fuori dei costi di esercizio ordinari dell’impresa connessi ad attività regolari, quali la consulenza fiscale, la consulenza legale o la pubblicità. Tali spese possono anche essere parzialmente proporzionate al successo dell’operazione di quotazione.
Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, le PMI interessate devono inoltrare un’apposita istanza al Ministero delle imprese e del made in Italy, in via telematica, nel periodo compreso tra il 1° ottobre dell’anno in cui è stata ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo. Il ministero determina la percentuale massima del credito d’imposta e comunica alle pmi il riconoscimento ovvero il diniego dell’agevolazione e, nel primo caso, l’importo effettivamente spettante. Il bonus è utilizzabile solo in compensazione, dal decimo giorno lavorativo del mese successivo a quello in cui è stata comunicata la concessione dell’agevolazione alla società, attraverso i servizi telematici messi a disposizione dalle Entrate. L’ammontare del credito usato in compensazione non deve eccedere l’importo disponibile, pena lo scarto del modello F24.