Il professor Paolo Crepet, autorevole psichiatra italiano, è stato intervistato questa mattina dal programma di Rai Uno, Uno Mattina Estate, per commentare la gravissima vicenda della 17enne uccisa a Roma da un coetaneo. “Dalle immagini che ho visto mi colpiscono i peluche, allora questa ragazza morta era una bambina, quindi penso di si, la voglio considerare così. Forse c’è qualcosa che non torna, sono bambini che fanno la vita degli adulti, che si ignorano, adulti indifferenti, ci si uccide per nulla”.
“Questo è vero che a Primavalle non era mai accaduto però per favore non nascondiamoci dietro un dito. Primavalle così come tante altre piazze di Roma, di Milano e di qualsiasi altra città sono piene di droga, piene di alcol, ragazzini di 13 e 14 anni che vanno in coma etilico. Questa tragedia è certamente qualcosa di assolutamente incredibile e irripetibile”.
PROFESSOR CREPET SULLA 17ENNE DI ROMA UCCISA: “C’E’ UN GRANDE VUOTO…”
Poi Paolo Crepet ha proseguito: “C’è un grande vuoto nei giovani che non abbiamo saputo e potuto colmare. Non esiste più la scuola autorevole, luogo dove si studia, si prende un diploma che ti apre la vita e ti porta a girare il mondo, questa è sempre stata la scuola e adesso non è più così. Se lei spara ad un animale prende una multa da 30mila euro e fino a 18 mesi di carcere, ma se tu spari ad una professoressa prendi nove in condotta che poi attraverso il ministero è diventato 6, ma che scuola è?”.
Quindi Crepet si è soffermato sul dialogo genitori-figli: “C’è il fenomeno dei genitori infantili, un fenomeno recente che è sbalorditivo. Ci sono uomini e donne di 40/50 anni che vogliono essere più giovani dei loro figli, fanno gli adolescenti. Un ragazzino ha bisogno di un capitano non di un amichetto che li imita. Poi però si chiede che i ragazzi prematuri debbano essere anche coscienziosi quindi si sono invertite le parti: possiamo rimettere le cose con un po’ di buon senso? Se la mamma fa l’influencer o il padre è uno youtuber, come si fa a capire chi è comanda? Bisogna capire chi comanda perchè l’educazione non è democratica. Anche i preti non ci sono più – aggiunge Crepet – io vedo le periferie vuote, c’è qualcuno che fa qualcosa ma è poco, dobbiamo dirlo”.