La tragedia avvenuta a Paderno Dugnano, dove un 17enne ha sterminato l’intera famiglia uccidendo prima il fratellino di 12 anni e poi la mamma e il papà con un coltello, impone una riflessione. Bisogna interrogarsi, in primis, sul ruolo genitoriale che ormai non è più visto come autorevole, ma allo stesso tempo proteggere meno i figli e forse ascoltarli anche di più. A parlarne, sulle pagine del Messaggero, è Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, non nuovo a questi argomenti. “La famiglia è in frantumi” secondo l’esperto, che spiega come bisognerebbe prendere atto del disfacimento di questa struttura per cominciare a risolvere le questioni che la attanagliano.



In Italia metà degli omicidi avviene in famiglia: “Non c’è più una regola, ed è avvenuto perché non parliamo più. Abbiamo scambiato i soldi con le parole, una volta si parlava e non c’erano soldi. Oggi ci sono i soldi ma non si parla più. Un padre non sa dove va suo figlio di 14 anni, non sa quanti shot beve, non sa se consumi cocaina, se fa sesso con una tredicenne”.



Crepet: “Meno foto sui social e più ruolo genitoriale”

I genitori italiani, secondo Paolo Crepet, hanno il brutto vizio di essere protettivi in contesti in cui non dovrebbero esserlo, come la scuola. Protestano infatti con i professori per un brutto voto o per una nota messa ai propri figli ma non conoscono i loro amici, non sanno che ambienti frequentino né dove vadano quando escono la sera: tutto ciò è inconcepibile e sortisce l’effetto contrario, perché non protegge i giovani.

Nella strage di Paderno Dugnano, il padre su Facebook aveva molte foto con il figlio che lo ha ucciso. Secondo Paolo Crepet questo significa che “fare una foto per i social è meno difficile che fare il genitore”. Così come nel delitto di Novi Ligure, quando Erika insieme al fidanzato Omar sterminò la famiglia, i genitori secondo Crepet avrebbero dovuto chiedere prima un “come stai?”. Questa semplificazione per dire che i genitori dovrebbero aprire un dialogo con i figli e preoccuparsi di più di conoscerli a fondo, di sapere cosa passi loro per la testa, in modo da comprenderli.