Nove in condotta per due studenti, tutt’altro che modello, dell’istituto tecnico di Rovigo. Gli stessi due che lo scorso ottobre in classe spararono pallini utilizzando una pistola ad aria compressa contro l’insegnante, pubblicando poi il video sui social. La scena diventò in poco tempo virale mentre la docente rischiò di perdere un occhio.”Mi aspettavo una bocciatura, anche perché non mi hanno mai chiesto scusa” ha raccontato la professoressa, apostrofando la vicenda come “Uno schiaffo morale”. Ad intervenire, con una richiesta di relazione, il ministro Valditara.
Paolo Crepet, psichiatra, a Libero commenta la vicenda: “Siamo andati oltre. Siamo a tre passi nel delirio, per citare un vecchio film di Fellini. Siamo come una nave da crociera che naviga con un capitano morto al timone. Dal ministero in giù, ci sono tante responsabilità da elencare. Lo dico da tempo, la scuola va rivoltata come un calzino. Basta sospensioni che fanno solo piacere ai ragazzi che se ne stanno tranquilli a casa. Basta premiare chi si comporta male dando esempi ogni volta sbagliati. Ma lei si metta nei panni di quella donna che guadagna 1.400 euro al mese per un mestiere che magari le piace anche e fa con dedizione. Da mesi quella donna va a scuola col magone perché è stata bullizzata, presa in giro. In più, deve anche pagarsi gli avvocati per difendersi, per dire “io non sono un bersaglio mobile per un fucile o per i ragazzi”. Io non so, alzi la mano chi trova tutto questo ragionevole”.
Crepet: “L’educazione non è democrazia attiva”
Secondo Paolo Crepet, quei nove in condotta sono “perfidi”. “Il messaggio che si lancia è che tanto tutto è una bravata e come tale resta impunita. Così anche i compagni da questa promozione avranno imparato che ciò che hanno fatto non è nulla di grave. Quindi che si può sparare pallini al volto di una prof senza conseguenze”. Secondo lo psichiatra, il limite è “Ciò che manca oggi, insieme all’autorevolezza”. A suo dire, la soluzione migliore sarebbe stata la bocciatura: “Se non si fa così questi ragazzi non avranno mai gli anticorpi per affrontare gli ostacoli della vita. E poi basta sospensioni come allo studente che è andato a scuola ad Abbiategrasso col coltello ed ha ferito una prof. Lo fai stare a scuola, ad aiutare la bidella a mettere a posto l’istituto e così gli insegni il rispetto. Ai miei tempi la sospensione era temuta, perché quando tornavi a casa erano guai. Ora è tutto il contrario. Siamo riusciti a rovesciare il barattolo”.
A detta di Crepet, “Quello che posso dire, anche se mi daranno del fascista, è che quando abbiamo iniziato a pensare che l’educazione è democrazia attiva, abbiamo fallito. Noi dobbiamo comandare, dire dei no, non farci impietosire dalle lacrimucce e dobbiamo smetterla di difendere sempre i figli“. Per entrambi “Questa promozione è un’occasione perduta. Ora sanno che sono orfani di un capitano, e lo saranno anche in una azienda, quando un domani lavoreranno. Io sono vecchio, ma capisco di più. Io questo mondo così, scuola inclusa, non l’avrei fatto”.