Paolo Crepet, uno dei massimi esperti in Italia di psichiatria, analizza su Libero la situazione del Partito Democratico: “La sindrome della “fantasia compulsiva” può effettivamente adattarsi al Pd. Esiste, di sicuro, uno spaesamento della segretaria Elly Schlein, dovuto a una serie di errori di comunicazione: dall’esordio su Vogue Italia al conclave nella Spa umbra, passando per la consulente armocromista, quando sarebbe stato più opportuno un consulente per il Medioriente. Ma in fondo questo non è psichiatria”. Secondo l’esperto “probabilmente è una tendenza al masochismo, a una pulsione autolesionista che, peraltro, fa parte della storia della sinistra; e lo dico da uomo che per famiglia e tradizione viene da quella dimensione”.



A detta di Crepet “il Pd è chiaramente poco lucido. I suoi comportamenti sono contrassegnati da confusione: hanno protestato contro la Rai, in poco più di trecento, davanti a viale Mazzini, come se la tv di Stato fosse il liceo Tasso, quando l’intera Rai era a Sanremo. E, facendo tutto questo Barnum, non si sono accorti del Frecciarossa carico di giornalisti e politici che andava direttamente al Festival. Era un gol a porta vuota. Si nota una specie di ottundimento dei processi logici”.



Crepet: “Violenza fenomeno che prescinde dall’immigrazione”

Nel caso del Pd, spiega Crepet che parlerebbe più di “sventura” “che si concreta in uno strano paradosso sociale. Per esempio, dopo aver sostenuto per anni la causa verde che più verde non si può, adesso si trovano sotto casa un “popolo verde” in rivolta contro il verde; gli agricoltori sono gli operai della terra, i loro trattori non sono mica i macchinoni di Briatore. E, ora, mi spieghi: può il Pd andare contro la classe operaia della terra pur di salvare la svolta green?”. Tutto ciò si configura in una dissociazione. Per lo psichiatra, gli esponenti del Pd “non sanno più che cosa fare, che posizione assumere. Prenda anche Israele e Palestina con tutti gli imbarazzi e distinguo che si impongono. Secondo me non ci dormono la notte…”.



Quando Libero gli chiede se ci sia una sorta di censura su temi come la violenza da parte di immigrati, Crepet spiega: “La violenza è un fenomeno che prescinde dall’immigrazione. Il problema, semmai è l’integrazione della seconda e terza generazione, il rischio sociale è lì. È statistico che gli immigrati di prima sono bravi e disponibili a lavorare, la seconda generazione mugugna, la terza spacca tutto”.