Tra i tanti mali del presente c’è senza dubbio la continua violenza dei giovani. Per lo psichiatra Paolo Crepet c’è una spiegazione: sono degli impotenti. «Ogni bullo è un impotente nel senso che, non avendo altri strumenti di idee, comportamenti o di interessante nella vita, si adatta a demolire l’altro». In quella demolizione degli altri ipotizza una crescita che in realtà non c’è. Ne parla a La Nazione, prendendo posizione anche sull’uso dei social, uno strumento democratico solo all’apparenza. «Con i social tutti possono avere voce. Sembrerebbe una vera democrazia. Ma la democrazia è davvero far parlare tutti? In parte sì – spiega Crepet -. Ma allora vuol dire che tutti hanno le stesse competenze? Evidentemente no».



All’alba di una nuova trasformazione digitale, rappresentata dall’intelligenza artificiale, bisogna allora interrogarsi. «D’ora in poi, chi dirà la verità, un algoritmo? Io credo che, prima di tutto, si debba tener fermo il principio delle competenze». Nell’intervista Crepet spiega anche il motivo per il quale alle sue conferenze il tutto esaurito è la normalità: «Io non pettino le persone per il verso del pelo, non le consolo».



CREPET “IL PERICOLO E’ NELLA RASSEGNAZIONE”

Alle conferenze di Paolo Crepet ci sono genitori che hanno bisogno di consigli per educare meglio i figli e chi scopre di aver sbagliato tutto. «E quindi è un momento catartico», riflette lo psichiatra e sociologo a La Nazione. Incontra così tanta gente, questo lo porta a pensare che abbiano bisogno di una guida e che siano alla ricerca di una speranza, «forse perfino una luce che accenda i cuori di giovani e meno giovani». Per Crepet c’è sete e fame di parole e pensiero. Il suo consiglio è di cercare la propria unicità, di essere ambiziosi e sognare. «Il pericolo è nella bonaccia delle emozioni, nella rassegnazione, è in chi semina accidia e smarrimento come se fosse la regola del più aggiornato marketing dell’esistenza».



Opporsi a questo è la sua missione. «Mi sbalordisco dell’imbecillità della gente quando pensa che se i figli non hanno fatto le 7 di mattina ubriachi non sono “à la page”, che costruirsi un futuro è faticoso, come se l’unica cosa sensata della vita fosse dilapidare un capitare ereditato. Tutto questo non ha un senso». A tutto questo Crepet si ribella come uomo, professionista e intellettuale.