L’ansia e la depressione tra i bambini italiani sono in preoccupante crescita secondo Massimo Ammaniti, psicanalista che da sempre di cura della salute mentale tra i giovani e i giovanissimi in Italia, intervistato sulle pagine del Corriere della Sera. Un aumento che, spiega, ha portato ad una crescita delle condizioni “dall’11 al 21 per centro e dal 10 al 23. Vuol dire che un ragazzo su quattro sta male”.



Oltre all’ansia, spiega, “si sono moltiplicati i disturbi alimentari e i fenomeni di autolesionismo” specialmente “nella prima adolescenza”. Il problema, secondo Ammeniti, è che si guarda la questione con l’ottica del passato, quando la socializzazione degli adolescenti era in famiglia, vista come una gabbia da rompere per affermare la propria libertà, “ora è il gruppo dei coetanei la palestra dove allenarsi alla vita, quella in cui si realizza il proprio sé, la propria identità, nel fuoco di un rapporto di confronto con altri coetanei che ti giudicano, ti accolgono o ti respingono”. Da qui la crescente ansia, dovuta ad un giudizio costante, “in una dimensione pubblica, nella fornace dei social che sono spietati e agonistici“.



Psicanalista: “Conto l’ansia, la soluzione sta nei genitori”

Ma secondo lo psicanalista l’ansia cresce tra i bambini anche a causa del minor numero di figli, che li porta a non avere fratelli, accrescendo “il senso di solitudine. E così tutto si sposta nella dimensione del gruppo, in cui prevale costantemente il confronto, il timore di un giudizio”. I social, che non hanno precedenti nella storia dell’umanità, diventano fonte di giudizi, “come se si fosse sempre sotto la spada di un tribunale permanente che può ferirti, anche gravemente”.



Complessivamente, però, per lo psicoanalista c’è una soluzione possibile all’ansia, o almeno un modo per mitigarla, che parte, ovviamente, dai genitori. “Spesso esagerano”, spiega, “cercano di essere amici, persino confidenti e poi perdono facilmente la pazienza. Non devono essere intrusivi, ma devono fissare, cercando di condividerle, delle regole. Devono far venire voglia di parlare e , per farlo, essere disposti ad ascoltare”. E, contestualmente, un’altra ottima idea per ridurre l’ansia, è togliere il mezzo che la crea, spiegando che “ora spesso le tecnologie funzionano da babysitter, ma secondo me non è giusto dare un cellulare in mano prima dei dodici anni, non è giusto che lo usino dopo le 21.30″.