Crescenzo Marino, figlio del boss Genny McKey, di recente arrestato, è finito in un articolo in apertura sul The Times, uno dei più importanti giornali britannici, che ha esaminato il suo utilizzo (e quello da parte di altri boss della Camorra) di TikTok. Giri in Ferrari, vacanze a Parigi, foto davanti la Torre Eiffel, Rolex e abiti di lusso: tutto questo e molto altro sul profilo social di Marino e di chi, come lui, ostenta in pubblico le proprie ricchezze ottenute per attività illecite.



Il quotidiano britannico, come analizzato la FanPage, ha pubblicato le foto del giovane che potrebbe passare come il ricco rampollo di qualche famiglia benestante, ma così non è. Nei primi anni Duemila famiglia Marino, nelle Case Celesti di Secondigliano, era tra le principali piazze di spaccio dell’allora regno di Paolo Di Lauro. Dopo le varie Faide di Scampia, il traffico di droga è rimasto, seppur ridotto, per far circolare milioni e milioni di euro. In questo contesto è nato e cresciuto Crescenzo Marino, che ha seguito le orme del padre, tanto che di recente è finito in manette.



Come la camorra usa Tik Tok

Crescenzo Marino, 25enne nato a Secondigliano, è il figlio di Gennaro Marino, detto Genny McKey, boss della camorra detenuto al 41bis. È inoltre nipote di Gaetano Marino, ucciso in un agguato a Terracina nel 2012. Di recente, il giovane è rimasto coinvolto in un’inchiesta sulla camorra. Dopo che il Gip aveva respinto la richiesta di arresto, il 25enne è finito in manette soltanto pochi giorni fa con altre 5 persone: per tutte l’accusa è quella di essere ai vertici del clan Marino, come rivela FanPage.

Il The Times ha analizzato il suo utilizzo di TikTok proprio pochi giorni prima dell’arresto. Il social non fa differenza tra un video con un Rolex al polso di un imprenditore milionario e quello del boss di camorra. Entrambi i contenuti finiscono così nella categoria del lusso, e avviene una sorta di “normalizzazione” di certe pratiche. Così i baby camorristi raccontano la propria vita senza filtri. Non solo lusso, però. La camorra usa Tik Tok anche per altro: il clan di Ponticelli e quelli di Pianura, ad esempio, hanno di recente usato la piattaforma per scambiarsi minacce.