I papà delle nuove generazioni sono sempre più presenti nella vita dei loro figli, mentre prima la cura quotidiana di questi ultimi era quasi completamente demandata alle madri. Anche se l’Italia è ancora indietro ad altri Paesi d’Europa. In media, come riportato da Il Sole 24 Ore, in questi ultimi la percentuale di uomini tra i 25 e i 49 anni che accudiscono i più piccoli quotidianamente è pari al 69%, mentre per le donne si alza al 93%. Una forbice che si acuisce nel nostro Stato.



Eppure, la presenza dei papà nella vita quotidiana porta con sé diversi vantaggi. A svelarlo sono diversi studi, tra cui uno che analizza i dati della US Census bureau. Essi mostrano che quando i bambini crescono con una figura paterna hanno meno probabilità di vivere in povertà, abbandonare la scuola o commettere reati. Anche negli Usa è stato confermato che ciò porta ad avere un’istruzione migliore, sia dal punto di vista matematico che comunicativo. Il motivo è che questa presenza li stimola e li arricchisce. “È un effetto unico e importante”, dicono gli esperti. 



Crescere coi papà evita povertà e abbandono scolastico, ma resta il problema del congedo

Nonostante crescere coi papà e non solo con le mamme abbia diversi benefici, in Italia come detto si è ancora un po’ indietro. A dimostrarlo è anche il fatto che il congedo di paternità riconosciuto sia pari soltanto a dieci giorni obbligatori e uno facoltativo solo per i lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, retribuiti al 100%, fruibili tra i due mesi precedenti e successivi al parto. Successivamente, è possibile dividersi dieci mesi in dodici anni tra i due genitori. 

Anche in questo caso gli altri Paesi europei sono avanti, in quanto garantiscono in media 2,2 settimane ai neo-papà. Il Family Act di maggio del 2022 in tal senso impegnava il Governo ad estendere il congedo obbligatorio paterno ad un periodo minimo di due mesi a figlio, non cedibile all’altro genitore. Inoltre, sarebbero dovuti essere inclusi anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Ciò, però, non è mai accaduto.