CORTE PENALE L’AJA INDAGA PER CRIMINI DI GUERRA IN UCRAINA
La Corte Penale Internazionale de L’Aja ha aperto ufficialmente un’indagine per presunti crimini di guerra in Ucraina, non solo per il conflitto iniziato il 24 febbraio scorso ma tutti gli atti compiuti dal 2013 fino ad oggi.
Come noto, la CPI – fondata nel 2002 – è il tribunale internazionale indipendente per processare individui accusati di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità: ebbene, stamane il procuratore della Corte – il britannico Karim Khan – ha annunciato l’apertura del fascicolo d’indagine dopo aver ricevuto il via libera da ben 39 Stati componenti della Corte Penale Internazionale. «Ho appena notificato alla presidenza della Corte penale internazionale la mia decisione di aprire immediatamente un’indagine sulla situazione in Ucraina», ha dichiarato il procuratore capo, «Il nostro lavoro di raccolta delle prove è iniziato». I Paesi che hanno dato il loro assenso sono stati in blocco tutti i membri dell’Unione Europea, poi Australia, Canada, Nuova Zelanda e Svizzera, Colombia, Costa Rica. Ieri sera il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva anticipato la sottoscrizione dell’Italia all’indagine sull’Ucraina: «Ho appena sottoscritto, insieme ad altri Paesi, la procedura di attivazione della Corte penale internazionale, per identificare la sussistenza di eventuali crimini di guerra in Ucraina», aveva scritto in un tweet.
COSA RISCHIA LA RUSSIA (E NON SOLO) AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE
Secondo Khan, vi è una base ragionevole per poter considerare la presenza di numerosi “crimini di guerra” in Ucraina: «L’indagine riguarderà tutti gli atti commessi in Ucraina dal 21 novembre 2013», ha poi aggiunto il procuratore della Corte Penale de L’Aja. Riguarda dunque non solo l’invasione russa cominciata una settimana fa, bensì tutte le azioni precedenti e successive alla guerra in Crimea e nel Donbass dal 2013 fino ad oggi. «Include tutte le accuse passate e presenti di crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidio commessi in qualsiasi parte del territorio dell’Ucraina da qualsiasi persona», ha concluso il procuratore britannico, in pratica un giorno dopo l’annuncio dato dal Premier Johnson circa la posizione di Vladimir Putin come «colpevole di un crimine di guerra dopo il bombardamento di civili in Ucraina»; nel discorso sullo Stato dell’Unione Usa, il Presidente Joe Biden lo ha definito un «dittatore che pagherà per i suoi crimini». Potenzialmente, l’indagine potrebbe portare alla “sbarra” di certo la Russia di Putin ma anche i rivali-nemici ucraini per eventuali crimini avvenuti nella guerra logorante del Donbass contro i ribelli separatisti filo-russi. Va ricordato che al Russia ha già ritirato la sua firma dallo Statuto di Roma – il trattato da cui ha origine la CPI – perciò i russi (Putin in testa) possono eventualmente essere arrestati solo su un territorio di uno Stato che rispetta la giurisdizione della Corte (ad esempio l’Ucraina rientra in quest’area, pur non essendo membro ufficiale della Corte, dato che ha accettato la giurisdizione dal 2014).