Paolo Savona, al festival dell’Economia di Trento ha ribadito la necessità di regolamentare il mercato delle criptovalute perché questo rappresenta una vera e propria giungla, un mercato virtuale che l’Italia non riesce più a controllare e che può essere un territorio dove possono consumarsi truffe.
Criptovalute: la regolamentazione e le stablecoin
Immediatamente Alessandra Perrazzelli, vice direttrice della Banca d’Italia, come sottolineato da Il Sole 24 ore, ha risposto a questa richiesta dicendo che l’Italia sarà apripista nella regolamentazione delle criptovalute e che ciò sarà attuato non appena ci saranno regole comunitarie ben definite. Tuttavia all’iter di regolamentazione europeo, oltre a non andare incontro al consumatore, è anche molto lungo da attuare.
Marina Brogi, docente alla facoltà di economia dell’università La Sapienza di Roma, che ha sottolineato l’importanza di informare tutti gli utenti retail, oltre ad evidenziare l’importanza che potrebbero avere le stablecoin, valute che hanno lo stesso valore dell’Euro e del dollaro, importanti per l’economia internazionale e che potrebbero essere assoggettate alla Federal Reserve USA.
Criptovalute: a cosa serve davvero la regolamentazione?
Resta tuttavia difficile comprendere come una regolamentazione possa intervenire nel caso di una truffa in criptovalute. Il sospetto è che si abbia una maggiore consapevolezza della quantità dei capitali che il mercato cripto ha tirato su di te dopo le numerose scalate del Bitcoin che ha raggiunto come massimo i 63000 euro.
Al festival Savona ha ribadito che le criptovalute non sono né monete nei strumenti finanziari, e quindi sono strumenti che potrebbero portare i rischi al consumatore e per questo necessitano di una regolamentazione. Tuttavia per una regolamentazione buona servirebbero delle regole internazionali.
Per Savona potrebbe essere fondamentale il ruolo dell’Ocse, visto che pochi giorni fa nell’organizzazione ha messo finalmente piede Carmine di Noia, ex commissario Consob.