Il governo sloveno punta alle criptovalute introducendo il 7 aprile una flat tax al 5% ed un esonero per plusvalenze inferiori a 10 mila euro.

Criptovalute: la scelta anti-crypto del Parlamento europeo

La misura segue una norma anti crypto varata dal Parlamento Europeo attraverso la Commissione Econ che sono state accolte dagli utenti come “troppo stringenti” e non in grado di frenare l’utilizzo delle Crypto monete digitali da parte della criminalità organizzata. La proposta della commissione Econ (che ha incassato già molti voti a favore), impedirà di inoltrare criptovalute da e verso wallet privati, i cosìddetti wallet unhosted, preferendo quindi il controllo centralizzato.



Criptovalute: blockchain, un sistema sicuro

La misura europea, oltre a snaturare gli stessi principi di libertà alla base del mondo crypto (che si esprime nella decentralizzazione garantito da un sistema di tracciatura delle transazioni e la possibilità di detenere in modo decentralizzato le criptovalute, facendo di ogni possessore “una piccola banca”), causa anche notevoli oneri agli exchange, che dovrebbero quindi accertarsi anche a che tipologia di wallet l’utente cerca di inviare denaro. Un onere non da poco. Per fortuna l’iter di approvazione è ancora molto lungo e non è detto che si concluda in questi termini, c’è ancora tempo per trattare e avanzare richieste di modifica, magari ampliando la conoscenza della commissione sulle modalità di tracciatura della blockchain. Infatti sulla blockchain è sempre possibile percorrere le transazioni che vengono registrate con un codice hash a 256 bit che, tutt’oggi, rientra nei parametri di certificazione delle prove digitali a livello forense. Non si comprende quindi perché le aziende debbano sostituirsi alle pubbliche autorità per effettuare questi controlli. La misura ha dunque il sapore di un cattivo adattamento integrativo del settore delle criptovalute alla normativa antiriciclaggio, valida per le banche che operano in Fiat (valuta euro, dollaro, ndr).



Criptovalute: la scelta controcorrente della Slovenia

In questo clima lo stato sloveno cerca di dare una spinta alle criptovalute, abbassando le tasse per chi investe in cripto. Mentre il mercato, checché ne dica l’Unione Europea, accoglie sempre con entusiasmo questo mondo visto dai più quasi come una finanza parallela, nonostante i molteplici ribassi e la troppa volatilità del bitcoin.
In particolare i residenti fiscali sloveni beneficeranno di una flat tax per le plusvalenze superiori a 10 mila euro del 5%, mentre per le plusvalenze inferiori alla soglia indicata ci sarà l’esenzione. In precedenza il governo Sloveno applicava una generale imposta sul capital gain del 25% all’anno (un punto percentuale in meno all’Italia che è tra i paesi con tassazione più alta nell’unione e un’aliquota sul capital gain al 26% all’anno) che si attestava tra le più basse dell’Unione europea insieme a Malta (12%).
La Svizzera come Singapore invece, non applicano tasse sul capital gain.