Andrea Crisanti: “Rifiutato stipendio da senatore per i contributi”

Andrea Crisanti, intervenuto durante la trasmissione Un Giorno da Pecora, con Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, di Rai Radio 1 ha cercato di fare un po’ di chiarezza rispetto al suo lavoro da professore e ricercatore a Padova e di senatore (neoeletto) del Partito Democratico. Recentemente, infatti, dopo l’assegna della nomina da parte del PD, aveva fatto sapere di essere intenzionato a rinunciare allo stipendio da senatore, conservando solamente quello da ricercatore che percepisce con l’Università di Padova e l’ASL della stessa città.



A Rai Radio 1, dunque, Andrea Crisanti, interpellato in merito alla sua scelta ha detto di aver preferito lo stipendio da ricercatore “per assicurarmi l’attività contributiva per la pensione“. Si tratterebbe, inoltre, di “un suggerimento che mi è stato dato proprio in Senato. Io l’ho fatta in totale trasparenza, legale e legittima”. Secondo lui il polverone che si è creato sarebbe “una notizia di distrazione di massa per non parlare ad esempio, del tetto dei contanti a diecimila euro”. La sua, inoltre, non sarebbe una scelta dettata dalla convenienza economica, ma “l’ho fatto per continuare un po’ di attività didattica e di ricerca”.



Andrea Crisanti sull’eliminazione del bollettino

Proseguendo nella sua spiegazione in merito alla scelta di rinunciare allo stipendio da senatore, Andrea Crisanti, interpellato in merito alle dichiarazioni dell’Università di Padova che con un comunicato ha fatto sapere che “non verrà erogato alcun pagamento a fronte della mancata attività dirigenziale e assistenziale”. “Sono degli analfabeti dal punto di vista della legislazione”, ha sostenuto Crisanti a Un Giorno da Pecora, “ma non bisogna confondere l’Università di Padova con l’azienda”, sottolineando che l’ASL “è un covo di politici”.



Interpellato, poi, in merito alla recente decisione del Governo di eliminare il bollettino giornaliero, Andrea Crisanti ha sottolineato di trovarla “una decisione politica inutile“. A questo punto, secondo lui, sarebbe meglio “non sapere quanto aumentano i casi”. “L’hanno tolto perché ai cittadini fa paura? Io lo avrei fatto ogni mezza giornata: se si è sicuri delle proprie scelte si aumenta l’informazione non la si diminuisce”, spiega. Ha chiuso il suo intervento sottolineando anche che non sostiene l’idea di eliminare la mascherina negli ospedali “visto che c’è ancora trasmissione virale”.