La scoperta del virologo americano Jesse Bloom sulle sequenze del coronavirus cancellate dal National Institute of Health (Nih) su richiesta di un ricercatore cinese ha riacceso il dibattito sull’origine del Covid. Per molti esperti, tra cui il professor Andrea Crisanti, questa è l’ennesima prova che la Cina non è stata trasparente nella condivisione delle informazioni su Sars-CoV-2. «Sulle origini del virus sappiamo ben poco, ma una cosa è chiara: della Cina non ci possiamo fidare. E sul laboratorio di Wuhan, bisogna chiedersi se risponde al ministero della Sanità o quello della Difesa». Nell’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale il microbiologo è partito dallo studio di Bloom, spiegando di non essere sorpreso per quello che ha evidenziato. «Che il virus partito da Wuhan non fosse quello originale si sapeva già da tempo. In realtà discendeva da un progenitore che circolava qualche mese prima. D’altra parte basta guardare la curva dei contagi in Cina per capire che mancava un pezzo».



Dunque, la cancellazione dal database Usa di alcune sequenze è « l’ennesima conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che i cinesi sono estremamente reticenti nell’informare il resto del mondo sull’origine del contagio e su come si è sviluppato».

CRISANTI VS CINA “HA SEMPRE NASCOSTO INFORMAZIONI”

L’attacco di Andrea Crisanti alla Cina è diretto e duro: «Non hanno voluto rendere nota la pericolosità del virus, né che gli asintomatici potessero essere un importante fattore di trasmissione». D’altra parte, nell’intervista al Quotidiano Nazionale esclude che Sars-CoV-2 possa essere stato creato dall’uomo, ma non esclude invece che possa essere sfuggito dal laboratorio di Wuhan: «Può essere e non può essere». Questo tema però offre uno spunto di riflessione importante per il microbiologo, quello «sull’esistenza di laboratori che manipolano virus altamente pericolosi e che invece di rispondere ai ministeri della Sanità fanno capo a quelli della Difesa o degli Interni». Crisanti ritiene che ci sia il rischio che alcuni laboratori si occupino di produrre armi biologiche, anziché fare pura ricerca. «È un problema generale: se esiste un laboratorio c’è anche la possibilità che il contenimento dei virus non sia del 100%. Il rischio c’è sempre». La Cina respinge ogni accusa, ma per Crisanti non c’è da fidarsi. «Pechino è responsabile per non averci detto che il virus si trasmetteva da uomo a uomo. Ha sempre nascosto informazioni che avrebbero potuto cambiare il modo in cui abbiamo combattuto il virus a livello globale». Quel che conta per Crisanti non è solo scoprire l’origine del Covid. «Sarebbe importante se si scoprisse che è uscito da un laboratorio che risponde al ministero della Difesa», ha detto al Quotidiano Nazionale.



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