Da Repubblica a Leggo, la doppia intervista rilasciata oggi da Andrea Crisanti solleva diversi dubbi sulla “bontà” dell’ultimo Dpcm firmato dal Premier Conte: «Sono tutte misure che vanno nella direzione di diminuire i contatti interpersonali. Il vero problema è che in questi mesi non sono mai state attivate misure per diminuirli. Niente o quasi è stato fatto». Se infatti le chiusure per Crisanti sono da valutare comunque positivamente, resta il tema centrale del tracciamento sul quale il Governo e le Regioni – secondo l’esperto – sarebbe del tutto insufficiente: «I governatori, in modo irresponsabile e demagogico, erano disposti a sacrificare le scuole pur di lasciare aperte piscine, palestre, ristoranti. E allo stesso tempo volevano in qualche modo ratificare il fatto che il contact tracing dovesse essere sospeso perché non erano stati capaci di farlo». Non basta fare più tamponi, per Crisanti serve anche saperli usare con un piano strategico: «Io penso che l’agenda sia stata dominata dalla gestione del recovery fund e non dalla prevenzione della seconda ondata. Le priorità sono state bonus vacanze, banchi e biciclette. Se i soldi per le bici fossero stati destinati alla prevenzione, non saremmo in questa condizione adesso, detto con tutta franchezza». Su prossimi passi da prendere, ancora Crisanti a Leggo conclude «Investire fortemente in un sistema di tracciamento e sorveglianza. È l’elemento fondamentale. Bisogna guadagnare tempo per contenere i contagi». (agg. di Niccolò Magnani)



“REGIONI SCARICANO RESPONSABILITÀ DEL DISASTRO”

Nuovo allarme del professore ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. Intervistato stamane dal quotidiano Repubblica, il gestore dell’epidemia del Veneto nella fase 1, non usa mezzi termini: «Le Regioni vogliono scaricare la responsabilità di questo disastro e chiedono al governo di certificare la loro assoluzione. Non ho mai visto un simile concentrato di demagogia e populismo». Andrea Crisanti rilegge il documento che è stato stilato e sottoscritto dai presidenti delle regioni, per poi aggiungere: «Escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. Sono irresponsabili. La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette – ha proseguito – rimango stupito quando ancora qualcuno ha il coraggio di sostenere che gli asintomatici non siano un problema». Per Crisanti, quindi, la strada da seguire è sempre una e soltanto, quella del tracciamento e della prevenzione: «Tutti i programmi che hanno avuto successo nel contrasto del virus erano basati sul tracciamento degli asintomatici. La Cina ha fatto 9 milioni di tamponi, per prendere gli asintomatici. E oggi parliamo di modello-Wuhan».



CRISANTI: “MACCHINA PER I TAMPONI HA FALLITO”

Secondo Andrea Crisanti il fallimento principale è stato nella gestione dei tamponi, un piano che non è stato attuato a dovere nonostante i molti mesi a disposizione: «Non sono stati in grado di predisporre la macchina necessaria per fare i tamponi, siamo in questa situazione perché da maggio a settembre nessuno ha saputo mettere in piedi un piano come quello della Cina. Come si fa a non capire che il tampone è uno strumento di agibilità sociale? Loro vogliono il sigillo del governo per mascherare il loro fallimento». Per Andrea Crisanti è fondamentale poter fare il tampone subito, sia per chi ha il sospetto di avere contratto il covid, sia per tutti coloro con cui è entrato in contatto il probabile positivo negli ultimi giorni: «Servono diagnosi con i test molecolari – conclude – integrazione con strumenti informatici per il tracciamento e logistica per consentire alle persone di accedere ai test. Se ho il dubbio di essere positivo devo poter fare il tampone subito e, con me, tutti coloro con cui sono venuto in contatto negli ultimi 5 giorni».

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