Il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, ha commentato i dati positivi delle ultime settimane circa la curva epidemiologica, invitando alla massima cautela: “Il virus non è scomparso. Quello che sta succedendo è che c’è un elevato numero di vaccinati, circa 25 milioni, e probabilmente 14 milioni di guariti e questo fa una massa notevole che blocca la diffusione del virus. Determinati comportamenti, in questa situazione, sono più sicuri di due o tre mesi fa”.
Secondo quanto specifica Crisanti, i dati attuali non riflettono “La situazione attuale in maniera corretta. Dal 26 aprile ad oggi ci sono stati 7mila decessi che non si giustificano con il numero di casi registrati, in questi mesi avremmo dovuto avere 100mila contagiati che non abbiamo“. Ma quando potremo finalmente togliere le mascherine, almeno all’aperto? “Verso luglio, all’aperto, una volta raggiunta un’elevata percentuale di vaccinati, potremo levare le mascherine”. Mentre, per quanto riguarda le mascherine al chiuso: “Le leveremo completamente verso ottobre-novembre, se di dimostrerà che la vaccinazione dura per lo meno un anno. Questo elemento e l’emersione di varianti sono le cose che limiteranno da ottobre in poi la nostra qualità della vita”.
CRISANTI: “VACCINA INDIANA COPERTA DAI VACCINI”
In queste ultime ore si è parlato tanto anche delle varianti, a cominciare da quella indiana, che sta facendo ri-aumentare i casi in Inghilterra: “La variante indiana ha una maggiore trasmissibilità di quella inglese – ha spiegato Crisanti – e ogni variante con maggiore trasmissibilità aumenta la percentuale di vaccinati necessaria per raggiungere l’immunità di gregge. Ma ci sono ancora pochi dati su di una sua maggiore aggressività. La notizia buona è che gli anticorpi che sono stimolati dai vaccini attuali sono sufficienti per neutralizzarla, mentre quella brasiliana e quella sudafricana sono neutralizzate meno, però è anche vero che chi si infetta non sviluppa una malattia gravissima”.
Infine, sul vaccino ai 12-15enni approvato recentemente da Ema e Aifa, Crisanti invoca la massima attenzione: “Ci sono diversi modelli che dimostrano che senza i giovani non si raggiunge l’immunità di gregge. Questo pone un problema di carattere etico importante, perché i ragazzi se si ammalano hanno una malattia leggerissima e in questa pandemia nessun morto sotto i diciotto anni, per questo i criteri di sicurezza devono essere particolarmente elevati e non si deve tollerare neanche una reazione avversa grave. Affrontiamo un campo ancora sconosciuto, penso che al primo episodio di effetti collaterali bisogna verificare che non siano dovuti al vaccino”.