Il prof. Andrea Crisanti è intervenuto tra le colonne del Corriere della Sera per parlare della sua proposta legata al piano per i tamponi, alla luce del numero sempre maggiore di casi positivi di Coronavirus in Italia negli ultimi giorni. “Il grande problema nel contrastare la diffusione del virus è la elevata frequenza di soggetti asintomatici che possono inconsapevolmente trasmettere l’infezione”, ha spiegato, dopo aver osservato l’ultimo andamento che vede contagi soprattutto tra giovani asintomatici o con sintomi lievi. “L’identificazione degli asintomatici è proprio la sfida che abbiamo davanti per evitare che i casi aumentino vertiginosamente fino al punto di rottura”, ha aggiunto. Crisanti ha poi sottolineato come “l’uso massiccio ma mirato di tamponi” sia stata la chiave del successo in Veneto. Allo stato attuale tutte le Regioni possono eseguire massimo 90 mila tamponi. Tale urgenza lo ha spinto a presentare, su invito del Governo, un vero e proprio piano, “che conduca a incrementare, fino a quadruplicare su scala nazionale, la capacità di fare tamponi superando le barriere e divisioni regionali che hanno generato una insensata panoplia di iniziative e adozioni tecnologiche che sicuramente generano confusione e in alcuni casi sono controproducenti”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“ARRIVEREMO A 300MILA TEST AL GIORNO”

Dietro il “Piano nazionale di sorveglianza” dell’infezione da coronavirus c’è il professor Andrea Crisanti. Il Governo ha chiamato il “padre” della strategia tamponi a tutti che ha funzionato in Veneto e il direttore della Microbiologia di Padova ha messo a punto nel giro di quattro giorni il progetto di tre pagine al vaglio del ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico. È prevista una spesa iniziale di 40 milioni di euro, più 1,5 milioni al giorno per la gestione. Un investimento importante per arrivare ai 300mila test al giorno di cui aveva parlato lo stesso Crisanti nei giorni scorsi. «Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D’Incà e il sottosegretario Sileri, che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata di contagi», racconta nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera. La base è di passare da 70-75mila tamponi al giorno, con le punte sporadiche di 90mila che abbiamo notato in questi giorni, a 300mila. «Dobbiamo prevenire, per limitare nuove chiusure e quarantene».



CRISANTI E IL PIANO NAZIONALE DI SORVEGLIANZA PER IL GOVERNO

Quadruplicare i tamponi vuol dire però aprire nuovi laboratori. Secondo il professor Andrea Crisanti ne vanno attivati 20 nuovi in ogni regione e devono essere coordinati dal governo. «Parliamo di strutture fisse e mobili, cioè tir attrezzati per andare a fare i tamponi e ad analizzarli subito in aree remote o in difficoltà», spiega al Corriere della Sera. Dunque, l’organizzazione dei tamponi va centralizzata: il presupposto è che la strategia sia omogenea in tutta Italia. «Per tagliare i costi, dovranno prodursi i reagenti in house, come facciamo a Padova. Così si evita anche di dipendere da chi li produce». Un progetto di questo tipo, però, richiede anche tantissime assunzioni. A tal proposito, Crisanti guarda agli universitari «desiderosi di partecipare alla lotta al Covid-19». Ma propone anche una “centrale comune di analisi dei dati”, per la quale «bisogna stringere un accordo con Google, per utilizzarne i dati relativi agli ingressi in Italia dall’estero, che il portale registra attraverso il movimento dei telefonini». Quindi chi arriverà alle frontiere o in aeroporto dovrà sottoporsi a tampone ed eventualmente anche a quarantena, se sarà il caso. Nessun problema di privacy: i dati saranno eliminati dopo il controllo. Infine, capitolo app Immuni: «Per incentivarla, agli iscritti verrà data priorità per il tampone, salteranno tutte le attese».

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