Green pass? In realtà basterebbero le mascherine FFP2. A sostenerlo è il professor Andrea Crisanti, secondo cui «non è uno strumento di sanità pubblica, non c’è prova che modifichi la trasmissione. È uno strumento per convincere le persone a vaccinarsi». Invece sull’efficacia delle mascherine non vi sono dubbi. «Le mascherine FFP2 abbattono la trasmissione del 98%, basterebbe mettere l’obbligo per i trasporti pubblici e si avrebbe un impatto importante. Non c’è nessun’altra misura che ha un effetto simile», ha aggiunto a “L’Aria che tira Estate”. Altrettanto interessanti sono le considerazioni del direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova sulla durata dell’immunità e quindi sulla terza dose. «Non si sa ancora quanto dura l’immunità, ma posso anticiparle dei dati dal campione di Vo’, dove 150 persone si sono infettate un anno fa. Il livello di anticorpi sta diminuendo moltissimo, quindi volendo fare un’analogia con le vaccinazioni, credo che non dureranno più di 12-18 mesi e questo potrebbe essere un problema per le persone vulnerabili. Penso che a ottobre-novembre potrebbero essere suscettibili all’infezione».
Per il microbiologo abbiamo due mesi di tempo per capire cosa succede in Israele dove è cominciata la somministrazione della terza dose, «se crea effetti collaterali e che tipo di risposta immunitaria induce», ma di sicuro per Andrea Crisanti quest’opzione non deve essere scartata.
CRISANTI SU TRACCIAMENTO E TAMPONI
Per Andrea Crisanti ogni iniziativa che incrementa l’accessibilità ai vaccini è positiva, ma «bisogna fare uno sforzo anche per raggiungere i migranti». Riguardo chi è ancora perplesso sulla bontà della vaccinazione, il microbiologo ha chiarito che «le persone resistono per ipocrisie e omissioni nella comunicazione. Bisogna dire le cose come stanno, così arrivano messaggi chiari. Ci sono stati errori di comunicazione disastrosi, per quelli le persone hanno dei dubbi. Non vale solo per la questione AstraZeneca». Un’altra riflessione interessante di Andrea Crisanti riguarda il tracciamento. «Gli unici paesi che sono Covid free di fatto lo sono diventati non per il vaccino, ma grazie a sistemi di controllo e tracciamento. Se queste misure fossero state applicate in tutto il mondo, oggi avremmo una situazione diversa. I vaccini da soli non bastano, perché non offrono un’efficacia al 100% sulla trasmissione. Non possiamo escludere che emergano varianti resistenti. Ciò ci dovrebbe indurre a creare un sistema di sorveglianza nazionale».
Inoltre, Andrea Crisanti non crede nell’utilità dei tamponi antigenici e quelli fai da te, che hanno due problemi. «Una sensibilità bassa, quindi non riescono ad esseri efficaci per la sorveglianza, e poi interrompono il tracciamento. Se uno si fa un tampone da sé è difficile registrarlo, anche le farmacie hanno difficoltà. Personalmente non ho mai creduto che fossero la soluzione al tracciamento».