“Io pessimista? Non me ne pento”: all’indomani della sua nuova ospitata a PiazzaPulita, dove qualche settimana fa aveva avuto una accesa discussione con Claudio Borghi che aveva tenuta banco poi nei giorni successivi, Andrea Crisanti è tornato sulle sue previsioni in merito alle aperture degli ultimi tempi, chiarendo la sua posizione e spiegando da cosa derivasse la sua prudenza. Interpellato dal padrone di casa, Corrado Formigli, il 61enne ordinario di Microbiologia presso l’Università di Padova in merito al rischio alto che il Governo Draghi aveva preso torna sulla previsione dei “500 morti al giorno”.



“Magari sono stato troppo pessimista, ma non mi penso di aver detto che abbiamo corso un rischio: non sapevamo cosa sarebbe potuto succedere” spiega Crisanti in collegamento, facendo un parallelismo col lavoro del medico: “Se lei chiede a un medico se applicare una procedura sicura e una a rischio, io penso che lei voglia sentirsi dire che applichiamo quella sicura, sia come persona sia a livello di società” aggiunge il diretto interessato ricordando poi nel suo intervento anche i motivi di tale cautela.



CRISANTI, “IO PESSIMISTA? NON ME NE PENTO: ECCO PERCHE’…”

“Io penso che dopo 125mila morti, ogni vita conta: a maggior ragione ora che la luce alla fine del tunnel è alla portata di tutti e quindi è meglio non correre rischi” completa il suo pensiero Crisanti, prima di rispondere a Formigli in merito proprio all’estrema cautela che sta caratterizzando nelle ultime settimane il Governo britannico che pure si era portato avanti con la campagna vaccinale e chiarendo come mai lo stesso accademico aveva citato l’esempio che viene da Oltremanica.

“In Inghilterra c’è stata questa prudenza perché da loro la seconda ondata ha avuto un impatto devastante e ha lasciato un grande segno sia nella politica, sia nella scienza” continua poi Crisanti, e aggiungendo che è questo il motivo per cui in UK non si vuole ora mettere a repentaglio i risultati acquisiti. E senza dimenticare la comunque temibile influenza del fattore ‘variabile indiana’ che da quelle parti viene presa molto sul serio: tanto è vero che poi Crisanti chiude il suo intervento ribadendo che tale attenzione maniacale secondo lui è giustificata e che, dato che siamo all’uscita del tunnel, “prendere rischi inutili è sbagliato”.