Fa chiarezza il professor Andrea Crisanti in merito alle sue recenti dichiarazioni sul vaccino. In collegamento con Oggi è un altro giorno, su Rai Uno, ha specificato: “Sul vaccino non ho nessun dubbio, ho solo detto che senza dati non mi vaccino, la domanda era abbastanza provocatoria, ‘lei si vaccinerebbe con questo vaccino a gennaio?’ E io ho detto ‘senza dati non mi vaccino’. Una posizione che è oggetto di dibattito in Inghilterra, negli Stati Uniti, su Lancet; viene sanzionata questa politica di annunci e si evidenzia di mettere a disposizione i dati”. Crisanti ricorda come la procedura per arrivare al vaccino covid sia diversa da quella classica: “E’ una procedura d’emergenza; in genere quando un vaccino va in commercio esistono tutta una serie di pubblicazioni preliminari che si ha la possibilità di commentare, e la procedura accelerata elimina questa possibilità. Prendiamo ad esempio il Remdesivir, che è stato approvato con procedure accelerata e dopo 6 mesi si scopre che non serve a nulla. La procedura accelerata ha di per se delle problematiche ed è per questo che ho chiesto chiarezza; lo stanno facendo tutti in tutto il mondo, ma in Italia si è creato questo dibattito. La procedura accelerata richiede trasparenza, io sono sicuro che quando il vaccino sarà approvato sarà sicuro, ma a mio avviso richiede più trasparenza, tutto qui. Penso che sia importante che mettano in contemporaneamente a disposizione della comunità scientifica anche tutti i dati. Stiamo facendo un discorso provinciale, sul British Medical Journal c’è stato un editoriale feroce ieri, l’avessi detto io mi avrebbero spellato vivo. Cosa dice? Basta con queste dichiarazioni perchè se no il vaccino fa la fine del Remdesivir. Io ho parlato ad un programma scientifico e mi è stata estrapolata una singola frase, ho detto solo che per dare sicurezza e fiducia ci vuole trasparenza”. Sul Natale: “La curva sembra si sia stabilizzata, vedremo se decrescerà, ma non facciamo che con il Natale riparta”. Infine, su un’eventuale sovraesposizione degli scienziati in tv e sui media in generale: “Troppo o poco esposti, penso sia il risultato dalla fame di informazione e del fatto che i programmi di informazione hanno sfruttato questa esigenza, non è che io corro nei programmi, gli autori sono testimoni sul fatto che io ho fatto moltissima resistenza”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CRISANTI, LETTERA SU VACCINO COVID: “INFERNO MEDIATICO, MA TOCCATO UN NERVO SCOPERTO”
«Io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio, senza dati a disposizione»: queste le dichiarazioni di Andrea Crisanti a Focus Live che hanno acceso il dibattito presso la comunità scientifica, con il professore di Microbiologia finito nel mirino di numerosi esperti. Difeso da Massimo Galli, oggi Crisanti ha voluto prendere nuovamente posizione sul tema in una lunga lettera al Corriere della Sera, non arretrando di un centimetro. Andrea Crisanti parla di «un concento di buon senso»: «Non esprimeva alcun giudizio negativo sulla bontà del vaccino né tantomeno metteva in discussione la validità della vaccinazione come il mezzo più efficace per prevenire la diffusione delle malattie trasmissibili». Il virologo ha acceso i riflettori sulle modalità con cui le aziende produttrici hanno reso noti i risultati raggiunti senza accompagnarli ad una adeguata informazione, in particolare per quanto riguarda la Fase III.
CRISANTI, LA LETTERA SUL CAOS VACCINO COVID
Andrea Crisanti ha messo in risalto la carenza di trasparenza delle aziende produttrici, ree di aver «privilegiato una comunicazione basata su proclami non sostanziati da vicende». Ci sono grandi aspettative su questi vaccini, ha ribadito l’esperto, che ha poi evidenziato: «La notizia che dirigenti delle due aziende produttrici abbiano esercitato il loro diritto, ne sono certo legittimo, a vendere le azioni per sfruttare i vantaggi legati al rialzo di prezzo non ha contribuito a generare un sentimento di fiducia». Crisanti ha condannato «l’inferno mediatico senza precedenti» nato nelle ore successive alla sua intervista, ma non solo: «La mia dichiarazione sul vaccino pronunciata con schiettezza ha toccato un nervo scoperto. Senza strumenti per controllare l’epidemia a meno di affidarsi a severe misure restrittive e senza una linea di difesa contro una seconda e possibile terza ondata, le opzioni a disposizione sono drammaticamente ridotte».