Andrea Crisanti, microbiologo, ha parlato sulle colonne dell’Adnkronos dei medici e del personale sanitario no vax, che dunque ha scelto di non sottoporsi al vaccino contro il Covid-19. Secondo il medico, i suoi colleghi dovrebbero essere riammessi al servizio qualora fossero guariti dal Covid. Per il microbiologo, infatti, non ha senso tenere lontani medici e infermieri dopo che questi siano guariti dal Covid-19 e dunque non siano più potenzialmente infetti, almeno per qualche mese.



Secondo Crisanti, dunque, tali sospensioni si potrebbero revocare, come dichiarato all’Adnkronos“Non capisco il senso. Ragioniamo: a una persona qualunque che si è infettata con Sars-CoV-2, non medico o sanitario, non viene fatta subito dopo la vaccinazione perché si ritiene che possa esserci una reazione troppo elevata al vaccino. Quindi nel caso specifico di un medico che si è infettato, ma perché gli va riservato un trattamento diverso esponendolo potenzialmente a un rischio? Non è eticamente accettabile”. Secondo l’esperto, dunque, i medici e gli infermieri sospesi per mancata vaccinazione ormai da mesi sarebbero da riammettere in servizio.



Crisanti: “Le sospensioni andrebbero revocate”

Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, ha espresso la sua idea attraverso l’Adnkronos Salute. Per il microbiologo, dopo la guarigione, i medici potrebbero tornare in servizio perché cade così il senso della sospensione: “Una volta che sono protetti grazie all’infezione naturale cade il presupposto per la sospensione. Perché la ragione per cui erano obbligati a vaccinarsi era per proteggere gli altri ed evitare che potessero contagiare pazienti fragili. E questa ragione non esiste più. Quindi andrebbero revocate le sospensioni, sarebbe giusto così”.

Dall’aprile 2021 era entrato in vigore un obbligo, imposto dal Governo, che prevedeva la sospensione per i sanitari che avessero scelto di non vaccinarsi. Tantissimi i ricorsi, al momento però bloccati. Due sentenze del Tar hanno chiuso per il momento la battaglia legale di dottori, infermieri, OSS e tecnici che hanno deciso di non vaccinarsi contro il Covid-19. Il collegio presieduto da Domenico Giordano aveva dunque respinto le istanze, spiegando: “L’indifferibile esigenza di affrontare l’emergenza sanitaria in atto e di predisporre idonei ed efficaci strumenti di contenimento dei contagi da Sars-Cov-2 nonché la necessità di consentire a tutti gli individui l’accesso alle cure sanitarie in condizioni di sicurezza, giustificano il temporaneo sacrificio dell’autonomia decisionale degli esercenti le professioni sanitarie, in ordine alla somministrazione del vaccino”.