“COVID, I MORTI IN ITALIA SONO STATI SOTTOSTIMATI”

«I morti per covid sono stati sempre sottostimati»: a dirlo è il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, intervistato da “Agorà” dopo le ultime settimane di polemiche circa l’effettivo numero delle vittime della pandemia.



Rispetto agli ultimi dati Iss che ammettono come forse non tutti i morti catalogati “per Covid” siano effettivamente deceduti per effetti del Sars-CoV-2 (quanto piuttosto mancati per altre patologie e poi risultati positivi al Covid), Crisanti ritiene invece l’esatto opposto: «Alcuni esperti tendono ad evidenziare la differenza tra morti ‘con’ covid e morti ‘per covid’? Le persone dovrebbero ragionare prima di dire queste baggianate». Secondo il microbiologo la dinamica dei contagi non è affatto allineata a quella della patologia e degli effetti gravi, vi sono almeno 3-4 settimane di “sfasatura”, spiega ancora Crisanti: «Ora sta cominciando un lieve calo dei decessi. Il calo della trasmissione è legato al fatto che la maggior parte delle persone ha fatto il vaccino o si è infettata».



IL PROF. CRISANTI ATTACCA (ANCORA) IL GREEN PASS

Sempre collegato con la trasmissione Rai, il prof. Crisanti spiega nel dettaglio perché vi sia una così netta “sottostima” del numero di vittime Covid nel nostro Paese: «La maggior parte dei decessi riguarda persone tra 80 e 85 anni: la possibilità che una persona di questa fascia muoia in un giorno è 1/1.000. L’incidenza dei positivi in questa fascia è 4/1.000. Le probabilità si moltiplicano, la probabilità che una persona muoia per causa indipendente dal covid e allo stesso tempo sia infettata è 4/1.000.000. In genere, i decessi da covid sono stati sottostimati». Citando il caso della primissima ondata Covid nell’inverno 2020 in Val Seriana (Bergamo), Crisanti spiega come vi siano stati registrati circa 2.500 morti da Covid-19: ebbene, proprio in quei luoghi «l’eccesso di mortalità era 6.500. Le persone dovrebbero ragionare prima di dire queste baggianate». Chiosa con stoccata al Governo, tanto Conte-bis quanto Draghi, sul fronte certificato anti-Covid: «Il Green pass non ha bloccato la trasmissione, lo testimoniano i 240.000 casi al giorno registrati nelle scorse settimane. Il Green pass ha avuto il grandissimo merito di spingere le persone a vaccinarsi. Abbiamo raggiunto livelli di vaccinazione tra i più alti d’Europa, l’obbligo andava stabilito dall’inizio e avremmo evitato molti morti e molti problemi». Insomma, conclude l’esperto scienziato, il calo della “quarta ondata” si è raggiunto grazie ad un elevato livello di protezione ottenuto con vaccini o per guarigioni dal Covid: «I contagi calano non per il Green pass». Preambolo dunque per eliminare definitivamente il Green Passo dopo giugno? «Se l’analisi statistica dice che con il 90-95% dei vaccinati la trasmissione è bloccata, la decisione politica deve seguire l’indicazione della scienza», spiega il docente ad “Agorà”.