Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, ai microfoni di “Agorà” ha risposto ad alcuni quesiti. Il primo: siamo sicuri con un tampone a 48 ore di non essere contagiosi? “Sul tampone rapido no, sul tampone molecolare dipende moltissimo dalla cosiddetta incidenza: la capacità predittiva di un test dipende dall’incidenza dei casi. Se la frequenza di quest’ultima è elevata, dipende dalla sensibilità del tampone. Posso essermi infettato nelle 48 ore prima, ma se la sensibilità è elevata, lo rileva. In genere una persona tende a essere infettiva dal terzo o quarto giorno in poi, pertanto in due giorni c’è un margine di sicurezza”.



Sospendere i brevetti è la strada da seguire? “Non penso che la liberalizzazione dei brevetti da un momento all’altro aumenterà la produzione di vaccini. Bisogna innanzitutto capire chi possiede i brevetti, probabilmente già solo Pfizer e Moderna ne hanno dieci a testa. Se vengono in qualche modo espropriati, chi produrrà il prossimo vaccino? Bisogna evitare il disincentivo, pagandoli di più per una questione di solidarietà, come accaduto in passato con i farmaci HIV in Africa, quando si raggiunse un accordo con le grandi case farmaceutiche, consentendo a molte persone di curarsi”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CRISANTI: “MORTI IN CALO GRAZIE AI VACCINI”

Vede il bicchiere mezzo pieno il noto microbiologo dell’università di Padova, Andrea Crisanti, nell’analizzare la situazione covid attuale: bene il numero dei morti in forte calo rispetto a sole poche settimane fa, mentre le riaperture sarebbero state un po’ troppo frettolose. In collegamento con il classico appuntamento mattiniera di Rai Tre, Agorà, il direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, ha spiegato: «Anche in Italia siamo di fronte a una diminuzione significativa della letalità legata al Covid che certamente è da attribuire alle vaccinazioni fatte nelle Rsa e tra gli anziani». E ancora: «Sicuramente la dinamica dei decessi riflette l’effetto delle vaccinazioni», per poi aggiungere «Che il vaccino stia funzionando non ci sono dubbi. Dobbiamo soltanto cercare di vaccinare più persone possibili, facendo correre loro meno rischi possibili». Crisanti parla di «corsa tra la vaccinazione e il virus», mentre sulle riaperture che il governo ha fatto scattare dal 26 aprile: «È ancora troppo presto per valutare gli effetti» sull’andamento dell’epidemia in Italia. «Ma penso che, se avessimo aspettato un paio di settimane in più – non mesi, ma solo 2 o 3 settimane – probabilmente la dinamica sarebbe stata più favorevole, e si sarebbe arrivati a una situazione di sicurezza».



CRISANTI: “CON IL COPROFUOCO SI CONTROLLA L’INDICE RT”

Secondo il microbiologo anticipare le aperture è stato un rischio inutile: «Noi dobbiamo guardare i dati di Israele o dell’Inghilterra, che ci dicono che con il vaccino se ne può uscire. Perché far correre un rischio inutile a persone fragili per non aspettare 2 o 3 settimane?». Si passa poi a parlare del tanto discusso coprifuoco che potrebbe essere posticipato dalla prossima settimana: «Il virus si trasmette alle 8 di mattina così come alle 10 o alle 11 di sera. Più ci si incontra e più aumenta la probabilità di trasmissione, con lo strumento del coprifuoco si dà un piccolo contributo al controllo dell’indice Rt. Capisco le difficoltà di comprendere il problema del coprifuoco – ammette Crisanti – ma la trasmissione è esclusivamente un problema di probabilità: più ci si incontra e più aumenta la probabilità di trasmissione». Il professore dell’ateneo padovano conclude: «Ogni azione conta. Conta indossare la mascherina, conta sicuramente la probabilità di incontrarsi in condizioni non protette per più ore, conta il distanziamento, conta l’evitare gli assembramenti».