I casi di Covid e le vittime in Italia si abbassano sempre di più ma Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, in una intervista a La Stampa ha frenato gli entusiasmi: “ci sono ancora incognite come la durata dell’ immunità e le varianti da non sottovalutare”. In particolare a fare ancora molta paura è la variante indiana che l’esperto ha definito “molto più contagiosa di quella inglese e destinata a spostare ancora più in alto l’asticella dell’immunità di gregge”. Il suo messaggio oggi è chiaro: “La pandemia non è finita e dobbiamo saperlo tutti”. L’esempio arriva dall’Inghilterra dove si è molto più avanti con la campagna vaccinale e dove già si pensava alle riaperture salvo la nuova battuta di arresto.
Certamente il calo dei casi e soprattutto dei morti lo si deve ai vaccini e su questo anche Crisanti è d’accordo: “Sì, è una grande vittoria della campagna vaccinale. Sta succedendo in Italia quello che è accaduto in altri Paesi”, dice, citando l’Inghilterra e Israele, ma occorre ancora molta cautela. Sempre meglio valutare i numeri su base settimanale, consiglia. “Mi pare ci sia un’evidente sottostima dei contagi. La settimana scorsa abbiamo avuto una media di 150 morti al giorno per poco meno di 5mila casi. Anche se i decessi si riferissero a contagiati di venti giorni prima i conti non tornerebbero”, spiega.
CRISANTI E L’INCOGNITA IMMUNITÀ DI GREGGE
Secondo Crisanti le Regioni non sarebbero più alla ricerca del virus: “È sotto gli occhi di tutti! Nel momento in cui si rimuovono le misure di sicurezza bisognerebbe aumentare tamponi e tracciamento, e invece succede il contrario”, commenta. Eppure nel caso in cui l’immunità dovesse terminare o arrivasse una variante ancora più pericolosa sarebbero nuovamente guai per tutti. Crisanti ha posto l’accento ancora una volta sulla mancata sicurezza dei test antigenici e sulla confusione che si continua a fare con quelli molecolari: “Non abbiamo certezza della situazione dei contagi, così come non monitoriamo a sufficienza le varianti”, dice l’esperto. A fare davvero paura è però la variante indiana. Semmai dovesse diffondersi, spiega Crisanti, occorrerebbe vaccinare tutti i ragazzi da 15 anni in su ma ciò che spaventa sarebbero le notizie giunte dal Cdc “che segnala casi di miocardite nei giovani vaccinati con Pfizer e Moderna”. Sarebbero casi rarissimi e lievi ma che per l’esperto non andrebbero sottovalutati. Se non si dovesse raggiungere l’immunità di gregge? “E allora continueremo con un livello sostenuto di contagi più o meno accertati” ma almeno senza ricoveri e decessi. Come stare fuori da un drammatico circolo vizioso? “Vaccinando tutti gli italiani il prima possibile, impedendo la diffusione della variante indiana con tamponi molecolari, tracciamento e isolamento, e monitorando le altre varianti”. Sul tema riaperture Crisanti non avrebbe cambiato idea: “penso che abbiamo corso un rischio inutile”.