CRISANTI PUNTA ALLA RIAPERTURA TOUT COURT DELL’ITALIA
«Serve riaprire tutto ora: rischiamo meno a riaprire l’Italia oggi che durante l’estate»: è netto il professore Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università degli Studi di Padova e tra i principali esperti in epoca Covid-19 fin dall’origine dell’arrivo della pandemia in Italia.
Nella lunga intervista a “Libero Quotidiano” lo scienziato spiega perché il Governo Draghi, o meglio, il Ministero della Salute guidato da Roberto Speranza, debbano abbandonare l’eccessiva prudenza sul fronte restrizioni: «Il contagio da Covid è calato grazie al vaccino e non alle restrizioni, che sono le stesse di 4 settimane fa, quando viaggiavamo al ritmo di 250 mila nuovi positivi al giorno e i divieti non avevano impatto sulla pandemia. Come il Green pass, che è servito a far immunizzare le persone ma non a impedire la trasmissione del virus. Per questo dico che tenere il certificato verde oggi è una decisione squisitamente politica e non sanitaria, giustificata dalla determinazione del governo di tenere fino in fondo la linea, dallo choc iniziale delle bare di Bergamo e dal non voler dare la sensazione che tutto sia finito, ma non dalla curva della pandemia». La curva è in discesa, ribadisce ancora il professor Crisanti, perché tanti si sono vaccinati di recente e perciò «questo è il miglior momento per riaprire tutto e non capisco la prudenza del governo, a meno che non vogliamo davvero che si organizzino ristoranti, scuole e palestre No vax».
IL PROF.: “IN ESTATE RISCHIAMO DI PIU”
Il ragionamento fatto da Crisanti punta sulla copertura anticorpale presente in questo momento, sicuramente più alta che nei prossimi mesi, è stato portato avanti anche durante l’ospitata del professore ad “Agorà” su Rai3 stamane: «La curva sta calando perché le persone o si sono vaccinate o si sono infettate recentemente. La protezione dura poco, più aspettiamo e meno facciamo gli interessi delgi italiani. Se ci si reinfetta ora, siamo protetti. Se aspettiamo mesi, la popolazione sarà nuovamente non protetta». Per questo motivo è il momento ora di togliere le restrizioni: «Tra cinque mesi l’effetto del vaccino sarà scemato e potremmo avere più contagiati. Il punto è che non c’è capacità di interpretare questo momento: si tratta una fase endemica come fosse pandemica. Quello che si può affermare con certezza è che, con i vaccini e la diffusione del virus controllata abbiamo di fatto raggiunto un’immunità di gregge. Però non si sa quanto durerà», spiegava ancora Crisanti a “Libero”. Le restrizioni ad oggi non hanno senso in quando «il virus sta diventando endemico» e fino almeno a che non si avrà un vaccino definitivo e con copertura al 100%, occorre ragionare e intervenire prevenendo l’andamento futuro della malattia. In definitiva, sentenzia Crisanti – non dissimile in questo suo giudizio dai “rivali” scienziati come Bassetti e Zangrillo – meglio riaprire ora che tra sei mesi, «perché così si favorisce il processo che porta il virus a diventare endemico. Può sembrare un paradosso, ma se tu chiudi fino ad arrivare a contagi zero, poi come riapri l’epidemia riesplode, perché il Covid non è circolato e la popolazione non si è immunizzata abbastanza. È un po’ quello che è successo nell’estate di due anni fa. Conviene positivizzarci tutti un po’ alla volta e mantenere senza traumi l’immunità di gregge».