Andrea Crisanti è considerato l’uomo che in Veneto ha evitato la strage di coronavirus. Qualcuno lo definirebbe un eroe, più semplicemente ha fatto il suo lavoro seguendo soprattutto l’istinto quando si sapeva pochissimo del coronavirus. Ora però non lo sente più nessuno. Nelle scorse settimane ha inviato un piano al Governo per evitare di essere sopraffatti in caso di seconda ondata. Commissionato dal ministro della Salute il 28 agosto, non ha avuto alcun riscontro. L’idea era di estendere il “modello Veneto” moltiplicandolo per dieci usando un macchinario particolare già adottato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Lui però preferisce non fare polemiche: “Io posso fare due cose. Spiegarle quanto costava quel progetto, quanto faceva risparmiare, e spiegarle quanto stiamo spendendo ora”, dice a Luca Telese nell’intervista concessa a La Verità. Secondo i suoi calcoli, servirebbero 400mila tamponi al giorno. Senza i tamponi è difficile tracciare il contagio e quindi contenere e gestire l’epidemia.



CRISANTI “PIANO TAMPONI? FORSE NON SI VUOLE RISPARMIARE”

Ma il piano di Andrea Crisanti prevede costi più alti di quelli attuali. Se il sistema sanitario va incontro ad una spesa all’incirca di 4 milioni di euro al giorno di tamponi, per 150mila test, è evidente che per 400mila tamponi al giorno la spesa salirebbe sensibilmente. Ma Crisanti aveva previsto una spesa di 1,5 milioni di euro perché i costi di gestione sarebbero stati irrisori col suo modello. Ogni tampone sarebbe costato 2,5 euro di reagenti, col vantaggio di poterli produrre in casa. “Ognuna di queste macchine diventa un laboratorio capace di sostenere tra 10.000 e 15.000 test al giorno”, dice a La Verità. Quindi, in meno di una settimana la macchina avrebbe azzerato tutto l’investimento, più il costo dei reagenti, quindi i tamponi sarebbero costati 2,5 euro l’uno.



Quando Luca Telese prova a chiedere conto a due membri del Comitato tecnico scientifico (Cts) conto del piano Crisanti, uno dei due replica: “Quale piano? Crisanti ha presentato forse due paginette: ne abbiamo parlato in una delle seicento riunioni”. L’altro è ancor più perplesso: “Ma secondo lei siamo in un film, che una macchina da 100.000 tamponi al giorno si cambia e si si sostituisce così, in corsa?”. Però non sapeva dirgli cosa non andasse. “Prima di fare un investimento così bisognava capire se funzionava, non pensa?”. In Veneto però ha funzionato. “Se è evidente il mio progetto faceva risparmiare, è altrettanto evidente che forse qualcuno questo risparmio non lo vuole fare”, la spiegazione che si dà Crisanti. E nel frattempo c’è gente in fila o addirittura senza tampone.

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