Andrea Crisanti tiepido sul decreto riaperture. Il microbiologo dell’Università di Padova è intervenuto ai microfoni di Rainews24 ed ha analizzato così le decisioni prese dal governo Draghi: «Questa è una decisione politica che non è in linea con le raccomandazioni del Cts, è una decisione che in qualche modo intercetta le aspettative di cittadini e operatori economici, ma che non è in linea con un approccio prudente. Se l’Italia è in una situazione relativamente tranquilla è dovuto al fatto che abbiamo vaccinato in ritardo, con il picco tra aprile e fine luglio».
«Il metro di distanza se uno usa la mascherina non conta nulla, abbandonerei il clichè del metro di distanza, è molto più importante usare correttamente i dispositivi», ha spiegato Andrea Crisanti, evidenziando però preoccupazione sul dossier discoteche: «Se tutti vanno al cinema con la mascherina non credo che ci sia un grosso problema, mi preoccupa un po’ di più il problema delle discoteche».
CRISANTI: “TERZA DOSE A TUTTI O CONTAGI RIPARTONO”
Andrea Crisanti si è poi soffermato sulla terza dose di vaccino anti-Covid: «Dobbiamo vedere se queste misure sono sostenibili, se con il tempo non risultano in un aumento del contagio. Sono sostenibili se si passa immediatamente alla terza dose, passando dai sanitari, fragili e ospiti Rsa al resto della popolazione, altrimenti la trasmissione riprende come dimostrano i casi Israele e Inghilterra». Il richiamo per tutti potrebbe rendersi necessari, ha aggiunto l’esperto: «Se questa è la politica delle aperture, la terza dose va impostata per tutti quanti, altrimenti la trasmissione riprendo. La protezione del vaccino contro l’infezione cala dopo sei mesi dal 95% al 40% e la protezione contro le complicazioni cala dal 90% al 65%. C’è un calo importante – il giudizio di Andrea Crisanti – se si va verso una politica di riaperture questa deve essere controbilanciata da una politica di protezione».