«La caccia ai “No Vax” non ha alcun senso»: è netto il virologo e professore di microbiologia all’Università degli Studi di Padova Andrea Crisanti nell’intervista al “Fatto Quotidiano” pubblicata venerdì 19 novembre. Con la crescita dei contagi e un dialogo sempre più serrato tra Governo e Regioni per disporre eventuali ulteriori restrizioni nelle prossime settimane (si parla soprattutto di ridurre la durata del Green Pass e di permettere il lasciapassare solo a vaccinati e guariti, dando vita ad una sorta di “lockdown per non vaccinati”), la notizia che sconvolge l’Europa è arrivata stamani con l’annuncio dell’Austria del lockdown generale per tutti (da lunedì) e con obbligo vaccinale dal 1 febbraio.



Crisanti, quando ancora le notizie da Vienna non erano certe, sottolineava già l’insensatezza di insistere sulla “caccia” ai non vaccinati ritenuti i responsabili dell’aumento dei contagi: «La Gran Bretagna ha il 73% di vaccinati, l’Irlanda l’84% con punte del 93% sopra i 18 anni, ma i contagi esplodono. La battaglia non si deve fare sui non vaccinati. Ci sarà sempre chi non vuole vaccinarsi per ragioni ideologiche o per fobia, non ha senso accanirsi creando una spaccatura del Paese e facendo leggi che intaccano le libertà democratiche».



“VACCINI AI BIMBI? INUTILI. USEREMO PERÒ I DATI DI ISRAELE”

Le vere priorità dovrebbero invece essere altre, secondo Crisanti: che vi sia il 5 o il 10% in più di vaccinati al momento «non fa la differenza»; bene, ma allora cosa occorre fare? Secondo il virologo intervistato dal “Fatto”, «Abbiamo 45 milioni di persone vaccinate, potenzialmente disposte a fare la terza dose, su queste dobbiamo fare leva. Questa è la battaglia». Semmai, occorreva fare molto prima degli studi prospettici per capire come avviene la reiezione dopo la vaccinazione e quanti anticorpi vengono prodotti: questo però non è stato fatto, ma allora non serve dare la “colpa” ai No Vax e inseguire leggi «contro le libertà democratiche». Anche sul vaccino per i bambini sotto i 12 anni Crisanti si dice tutt’altro che convinto, seguendo quanto già qualche giorno fa sosteneva il professor Vaia dello Spallanzani: «sono convinto che non succederà nulla di grave», conclude il microbiologo, «ma il trial non ha la potenza statistica per ricapitolare possibili effetti collaterali. Hanno vaccinato tremila bambini, se la frequenza delle complicazioni è uno su 10 mila il trial non lo dice. La cosa buona è che Israele ha cominciato e quindi tra poco avranno vaccinato tre-quattrocentomila bambini. Useremo i dati di Israele».

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