Continuano a far discutere le parole di Andrea Crisanti e Roberto Burioni sul vaccino anti Covid. Non è tardata ad arrivare la replica del professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Cts. «Se ci fosse un vaccino disponibile oggi, Franco Locatelli lo farebbe senza la minima esitazione». Ha risposto così, con toni moderati nella forma ma duri nella sostanza, senza nominare esplicitamente il direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera/Università di Padova. «Ho l’opportunità per chiarire un aspetto assolutamente rilevante. Sugli organi di informazione si sono lette dichiarazioni attribuite a colleghi che non esito a definire sconcertanti», ha esordito Locatelli a precisa domanda su sicurezza dei candidati vaccini. «Lo dico in maniera molto chiara scandendo le parole, i profili di sicurezza dei vaccini che verranno resi commercialmente disponibili seguiranno, stanno seguendo e hanno seguito tutta una serie di step ineludibili, garantite dalle agenzie regolatorie più importanti», ha proseguito Locatelli.



Quindi il richiamo ai colleghi: «In un paese che già di per sé si connota qualche volta per qualche perplessità, dubbio o addirittura ostilità a considerare strategie vaccinali, è bene ricordare sempre la responsabilità delle affermazioni che possono avere riverbero mediatico. Tutti i vaccini che saranno disponibili in Italia avranno caratteristiche di sicurezza assolutamente rispondenti alla tutela dell’individuo». Quindi ha mandato un messaggio anche ai no vax: «Ci siamo emancipati da malattie mortali o fortemente invalidanti attraverso i vaccini, ce lo dobbiamo mettere sempre chiaramente in testa se vogliamo uscire da una situazione come questa. L’unico modo per liberarsi da un’infezione come questa è creare quella che viene chiamata immunità di gregge. Vaccinarsi è un dovere morale, è rispetto verso sè stessi e verso gli altri».



Poco fa la controreplica di Andrea Crisanti: «Oggi il vaccino non lo farei perché ci sono solo dati relativi agli annunci delle aziende e perché oggi non ci sono le conoscenze sufficienti», ha dichiarato all’Ansa. «Quando la comunità scientifica l’avrà vagliato, me lo faccio. Non capisco dove sia il problema». Quindi ha precisato di non essere contrario alla vaccinazione, essendo peraltro uno dei firmatari proponenti di quella antinfluenzale. «Questa è un’autentica strumentalizzazione». (agg. di Silvana Palazzo)

ANDREA CRISANTI “VACCINO A GENNAIO? NON LO FAREI”

Andrea Crisanti nella bufera per le sue dichiarazioni sul vaccino anti Covid. Non è neppure l’unico: anche il collega Roberto Burioni è stato sommerso di critiche. «Io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio, senza dati a disposizione», ha dichiarato Crisanti a Focus Live. «Vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia», ha spiegato il virologo, precisando di averne diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie. Questo perché normalmente servono dai 5 agli 8 anni per la produzione di un vaccino, invece i candidati vaccini anti Covid, avendo ricevuto fondi statali, si sono potuti permettere di fare insieme le tre fasi, visto che il rischio era a carico di chi ha messo a disposizione i fondi. «Io sono favorevolissimo ai vaccini, ma questi di cui si parla sono stati sviluppati saltando la normale sequenza Fase 1, Fase 2 e Fase 3», ha proseguito Andrea Crisanti. Secondo il virologo, facendo le tre fasi in parallelo, si portano allo stesso modo i relativi problemi.



ROBERTOBURIONI “PFIZER? NON CONOSCO DATI SICUREZZA”

Dello stesso avviso è Roberto Burioni, che si è espresso nelle scorse ore su Twitter. «No, non conoscendo ancora i dati nel dettaglio (soprattutto sulla sicurezza, pur pensando che siano incoraggianti altrimenti il CEO di Pfizer finirebbe in galera)», ha risposto a chi gli chiedeva se si vaccinerebbe subito con il prodotto realizzato da Pfizer e Biontech. D’altra parte, ha pure sollecitato l’Europa per il via libera. In risposta alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che aveva parlato di un possibile via libera dell’Agenzia per i farmaci europea (Ema), il virologo aveva però scritto: «Se ok Ema a dicembre il giorno dopo devono cominciare le vaccinazioni, senza fermarsi neanche a Natale e Capodanno. Chi ha orecchie per intendere intenda. Ritardi burocratici significherebbero morti evitabili. Non sarebbe accettabile». Quindi, la sua contrarietà attuale riguarda solo il vaccino di Pfizer-Biontech o più in generale i candidati vaccini anti Covid? Nel frattempo le polemiche proseguono.