Secondo il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, il vaccino contro il coronavirus arriverà, nelle prime dosi, già ad inizio del mese di dicembre 2020. Dichiarazioni, rilasciate dal premier durante la presentazione del nuovo Dpcm, che hanno lasciato un po’ perplesso il virologo Andrea Crisanti, ordinario dell’università di Padova, e considerato il gestore della Fase 1 dell’epidemia in Veneto: «Non è ancora apparsa – le parole dello stesso Crisanti intervistato da Cusano Tv Italia – una sola pubblicazione scientifica al vaglio della comunità che testimoni la presenza delle caratteristiche di cui si parla nel vaccino. Naturalmente sarebbe il rimedio più efficace, ma per arrivarci il procedimento è lento e molto lungo». Il virologo dell’università di Padova ricorda anche le criticità del trasporto pubblico, che non è al momento regolamentato: «Manca un vero e proprio provvedimento che li regoli – dice ancora Crisanti – sono un’occasione di assembramento pazzesca e non si capisce perché si tollerino, a differenza di cinema e spettacoli». E a proposito della chiusura di cinema, teatri, sale da concerto e via discorrendo, Crisanti parla di palliativi: «Sono provvedimenti di compromesso che diminuiscono i contatti, alcuni sono ragionevoli, altri meno come il divieto di partecipazione a spettacoli, cinema e luoghi di per sè abbastanza regolati». Dubbi anche sull’isolamento domiciliare dei pazienti infetti: «Abbiamo visto che il Covid può essere mortale. Faccio fatica a capire come queste persone a casa possano essere monitorate e, in caso di peggioramento, trattate. Un paziente stabile sta a casa, ma non si capisce quali siano i parametri che giustificano, in caso di aggravamento, il trasferimento in ospedale». Il virologo si riferisce in particolare al trattamento sperimentato in Toscana, concludendo: «Su larga scala, non è mai stato sperimentato nulla di simile. Ci vuole una valutazione di rischi e vantaggi. Chiaro che tra i vantaggi probabilmente c’è il minor affollamento degli ospedali, però poi non esistono dei dati che ci permettono di dire che danno noi facciamo ai pazienti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CRISANTI: “VACCINO COVID A DICEMBRE? SAREI PREOCCUPATO”/ “COSÌ NON TESTATO SUL CAMPO”
Andrea Crisanti è critico sull’operato del Governo per contrastare l’emergenza coronavirus e anche le ultime misure restrittive previste dal nuovo Dpcm non convincono il virologo. Intervenuto ai microfoni di Cusano Italia Tv, l’ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova ha spiegato: «A mio avviso manca un vero e proprio provvedimento per regolare i trasporti, che sono una occasione di assembramento pazzesca e non si capisce perché si tollerino i trasporti e si sanzionino cinema e spettacoli». Andrea Crisanti ha poi messo in risalto che gli ultimi numeri sull’epidemia suggeriscono una dinamica in peggioramento, ma non solo: «Si poteva aprire un determinato distretto scolastico un mese prima per capire cosa succedeva in quella determinata area e non è stato fatto». E ancora: «Si potevano fare campionamenti massicci con i test rapidi per capire se c’era trasmissione virale. Adesso qualsiasi discorso sulle scuole è fatto sulla base di intuizioni, di sensazioni».
ANDREA CRISANTI: “VACCINO COVID A DICEMBRE? SAREI PREOCCUPATO”
E Andrea Crisanti è particolarmente netto anche per quanto riguarda il vaccino Covid. Negli ultimi giorni si è parlato molto del possibile arrivo delle prime dosi nel mese di dicembre, il virologo è particolarmente preoccupato: «Se questo dovesse accadere sarei preoccupato perché significherebbe che il vaccino non è stato testato sul campo, sulla popolazione, per dimostrare che c’è una differenza statisticamente significativa tra i vaccinati e i non vaccinati. Sarebbe veramente una cosa senza precedenti se questo accadesse». Crisanti ha messo in risalto che non sono apparse pubblicazioni e che non ci sono certezze che il vaccino abbia le caratteristiche annunciate. Ovviamente il vaccino resta lo strumento più adatto a combattere le malattie infettiva sia dal punto di vista dei costi che dal punto di vista dell’efficacia, ma «il processo di sviluppo di un vaccino rimane molto complesso e lungo, anche nella distribuzione».