La scuola è «un formidabile strumento di tracciamento» per il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, ma Andrea Crisanti non la pensa così. Il virologo dell’Università di Padova ha stroncato la teoria dell’esponente del Movimento 5 Stelle in una lunga intervista ai microfoni di Agi: «Non capisco come faccia a sostenere una cosa simile». L’esperto ha spiegato che la scuola è uno spazio ed una rete sociale in cui convergono numerose famiglie e relazioni e in cui si concentrano potenziali contagi: «Se si testa tutta un’intera classe non si traccia nulla, quello che si ottiene è un’informazione sul livello di trasmissione in quella comunità». Crisanti, replicando alla Azzolina, ha evidenziato che la maggior parte dei bambini sono prevalentemente asintomatici e dunque non vengono identificati. E dunque «come si può dire allora che la scuola è un ‘formidabile strumento di tracciamento’ sulla base di test non del tutto affidabili, che vanno eseguiti su una popolazione sintomatica e, invece, caratteristica di quella scolastica è che contrae il virus in modo asintomatico?».
CRISANTI VS AZZOLINA: “COME FA A DIRE CHE LA SCUOLA É UN FORMIDABILE STRUMENTO DI TRACCIAMENTO?”
Nel corso dell’intervista rilasciata ad Agi, Andrea Crisanti ha spiegato che la scuola secondaria non andava riaperta in quelle condizioni, poiché nessuno sapeva se le misure adottate avrebbero funzionato: «É stata fatta una scommessa con ingenti investimenti». Il virologo dell’Università di Padova ha poi messo in risalto che avrebbero dovuto «implementare le misure che ritenevano poter funzionare e provarle in un distretto scolastico. O magari più distretti. Aprire ad esempio solo gli asili e le scuole elementari in una provincia, solo le medie e le superiori in un’altra e aprire le scuole di tutti i gradi in un’altra ancora. Poi, dopo un mese studiare i dati e decidere di conseguenza. Tutto il resto sono chiacchiere».