L’assunzione di Andrea Crisanti dall’Istituto Spallanzani di Roma è diventata un giallo. Sembrava fatta, ma la trattativa starebbe saltando. A svelare il retroscena è il Messaggero, che rivela i contatti tra la Regione Lazio e il professore dell’Università di Padova. Dopo la rottura col governatore del Veneto, Luca Zaia, è finito nei piani dell’assessore Alessio D’Amato, e così del presidente Nicola Zingaretti. L’idea era di usare le sue competenze, considerando come ha gestito il primo focolaio del coronavirus di Vo’ Euganeo, e il suo piano sui tamponi molecolari per potenziare i laboratori laziali. Se per l’Espresso l’accordo era ormai stato raggiunto, con la benedizione del ministro della Salute Roberto Speranza, il quotidiano capitolino rivela che qualcosa sta andando storto. Lo scienziato romano, ordinario di Microbiologia a Padova, già docente di parassitologia all’Imperial College di Londra e direttore del Centro di genomica a Perugia, ha mostrato idee che coincidono con quelle del Lazio, Regione che si è distinta nella linea della massima prudenza. Ma la critica ai test rapidi potrebbe aver inciso sullo stop alla trattativa.
CRISANTI ALLO SPALLANZANI? IL RETROSCENA SULLA TRATTATIVA
L’ipotesi è riportata da il Messaggero, secondo cui Andrea Crisanti avrebbe potuto sostituire la professoressa Maria Capobianchi, attuale direttore del laboratorio di virologia che però presto andrà in pensione. In alternativa, sarebbe stato preso come consulente. Ma il professor Crisanti si è schierato spesso contro i tamponi antigenici rapidi, quelli che danno esito in 20 minuti. Ha spiegato che non sono attendibili, in quanto non individuano tutti i positivi. Si tratta di una tesi che altri scienziati non condividono, a partire dal professor Giorgio Palù, luminare che ha guidato in passato il dipartimento dell’Università di Padova che ora è diretto proprio da Crisanti. Il problema è che sui tamponi rapidi si basa una parte importante del sistema di prevenzione del Lazio. Lo stesso assessore Alessio D’Amato è uno dei sostenitori di questa strategia. Guarda caso ieri lo Spallanzani ha diffuso un comunicato in cui difende i test rapidi. La nota è stata firmata proprio dalla professoressa Capobianchi. Per questo, spiega il quotidiano, ora appare difficile pensare che lo Spallanzani si affiderà ad un esperto che invece boccia questo metodo.