Andrea Crisanti ribadisce il suo scetticismo in merito all’utilità della zona gialla. Quasi tutta l’Italia vi è finita, con sole cinque Regioni italiane in zona arancione, e ciò per il microbiologo non è positivo in questa fase delicata dell’epidemia Covid. «È una delle fasi di questo “stop and go” di cui vedremo gli effetti», ha dichiarato all’AdnKronos Salute il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia. A proposito degli effetti, Crisanti ha spiegato che «che ci diranno se è stato un errore o meno, dal momento che le regioni in giallo, come si è già visto, non offrono nessuna barriera alla trasmissione. Staremo a vedere».
Resta cauto, dunque, ma non nasconde neppure le sue perplessità, dettate anche dal fatto che i contagi sono sottostimati. Lo ha confermato ieri anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in merito al dossier dell’intelligence. Per Brusaferro i casi veri sono addirittura il quadruplo.
CRISANTI E IL DOSSIER DELL’INTELLIGENCE SUI CONTAGI
Anche per Andrea Crisanti i dati dell’intelligence sui contagi sottostimati in Italia sono credibili. Per il microbiologo bisogna cercare le differenze tra le positività registrare con i tamponi molecolari e quelle che invece sono state riscontrate con i test rapidi. Ne ha parlato a Repubblica, spiegando che se i positivi trovati con i tamponi antigenici rapidi sono un numero molto diverso, allora vuol dire «o che i tamponi rapidi vengono usati male o non sono affidabili». Secondo Crisanti, questi test «a cui sfuggono i postivi» hanno contribuito «ad aggiungere confusione a una situazione poco chiara visto il tracciamento saltato». Per questo il microbiologo li avrebbe destinati a situazioni specifiche e non li avrebbe usati «come una sorta di lasciapassare sociale». Intanto per le sue dichiarazioni in merito al lockdown e all’uso delle mascherine, su cui si è lanciato in una ipotesi spiegando che potremmo usarle ancora per altri due anni, Crisanti è stato attaccato da Matteo Bassetti.