IL SONDAGGIO SULLA CRISI DEI CATTOLICI IN ITALIA

L’invito di Papa Francesco ai giovani all’ultima GMG a Lisbona è un tentativo di rilanciare anche a livello comunicativo la convenienza umana e morale dell’esperienza cristiana in un’epoca dove la Chiesa Cattolica sta accusando non solo una importante crisi di vocazioni ma anche un certo scollamento tra i credenti e le istituzioni. Dall’ultima indagine ISTAT che ravvisa numeri sulle chiese “sempre più vuote” al sondaggio presentato da Arnaldo Ferrari Nasi (Analisi Politica) per “Libero Quotidiano” di domenica 20 agosto, il senso di una crisi è raccontato dai numeri (che ovviamente soli non bastano a spiegare tutto, ndr).



I cattolici sembrano sempre di meno nella fotografia generale del sondaggio: dal 2012 ad oggi si passa infatti dal 75% di chi si dice credente cattolico all’attuale 58%, la perdita insomma di quasi un quarto dei fedeli totali in Italia. Un sondaggio non è una realtà esatta e inquadra la situazione di “soli” 1000 campioni rappresentativi ma è comunque un dato sul quale la Chiesa deve (e già lo sta facendo) riflettere: entrambe le rilevazioni di oggi e di 10 anni fa, sottolinea l’analista, «ci indicano una maggioranza di sentimento cattolico tra le donne, tra le persone di oltre 40 anni, nelle fasce meno istruite, al Sud. Si tratta di un calo generalizzato».



I CATTOLICI E IL RAPPORTO CON LA POLITICA: “PIÙ FIDUCIA A DESTRA, CALA LA SINISTRA, ‘SPARISCE’ IL CENTRO”

Ad oggi il 58% degli intervistati di definisce cattolico, il 29% invece si dice ateo/agnostico/non cattolico mentre solo il 7% afferma di essere di un’altra religione: tra gli intervistati poi, il 49% dice di provare una “alta religiosità”, che diventa “media” per il 42% e “bassa” per il 9%. Tra coloro che si definiscono cattolici, il 16% afferma di non andare mai a messa, il 39% “una volta all’anno o più”, il 25% una volta al mese e il 20% tutte le settimane.



Dalla crisi personale e di coscienza fino alle tematiche politiche, il sondaggio presentato da Ferrari Nasi a “Libero” riflette anche sui dati raccolti sul voto politico degli elettori che si dicono ancor a oggi cristiano-cattolici: nei 10 anni trascorsi, il voto cattolico ha sostanzialmente abbandonato il centro, passando dal 44% al solo 14% nel 2023. Di contro, l’orientamento politico si è spostato più verso il Centrodestra che non verso le varie sinistre: «l’incremento si verifica soprattutto per il centrodestra (+14%), ma anche per la destra-destra (+7%); dal lato opposto dello spettro politico, a crescere è solo il centrosinistra, dove il dato passa dal 15% al 25% (+10%)», spiega ancora Arnaldo Ferrari Nasi. Nei singoli partiti, al di là delle forte modifiche all’assetto parlamentare avvenute tra il 2012 e oggi, il M5s attrae sempre meno voti tra i cattolici, mentre di contro Lega e Pd hanno sensibilmente la quota di cattolici tra i propri elettori.