È in atto in Cina una vivace protesta dei risparmiatori che si trovano indebitati con mutui insostenibili. Grandi e piccole società immobiliari si trovano infatti in forte crisi di liquidità risultando inadempienti. Persone, famiglie e aziende che hanno già pagato rate dei loro mutui si trovano oggi non solo senza la casa che era stata promessa loro, ma sono obbligate a continuare a pagare le rate del mutuo. Si sono accese proteste per le strade e soprattutto è nato una sorta di movimento di protesta di mutuatari che hanno deciso di sospendere collettivamente il pagamento delle rate su progetti immobiliari incompiuti.
Ovviamente il regime del Partito comunista è già intervenuto cancellando dai social e da Internet ogni riferimento a queste proteste e agendo, come ci ha detto in questa intervista il professor Massimo Introvigne, sociologo, fondatore del Cesnur e del sito Bitter Winter, con un’abilissima manovra strategica repressiva: “Agendo da remoto, a chi protesta le autorità intervengono sul green pass dichiarando che quella persona anche se in realtà non ha fatto nessun test è positiva al Covid, mettendola immediatamente in quarantena”.
Il sistema finanziario cinese, ha aggiunto Introvigne, “è alle prese con una crisi in cui sia il vertice della piramide che la base iniziano a mostrare crepe sempre più evidenti”. In questo quadro si avvicina la data del ventesimo congresso del Partito comunista, che si terrà in autunno e nel quale Xi Jinping aspira a raggiungere lo storico record del terzo mandato.
Sono in atto in Cina una serie di proteste che esprimono il forte malcontento popolare per progetti immobiliari di cui la gente aveva già pagato diverse rate, rimasti incompiuti. Che tipo di crisi è?
È una crisi molto sentita da parte della popolazione del ceto medio, che sta diventando sempre delusa del mancato compimento delle promesse del Partito. Tutto è cominciato con la crisi dei grandi broker immobiliari come Evergrande un anno fa. Si è verificata una bolla immobiliare perché si è costruito troppo e le grandi società sono saltate.
In sostanza cosa è successo?
Queste società non hanno completato dei progetti immobiliari per cui gli acquirenti avevano già pagato e questo ha portato a due fenomeni.
Quali?
Il primo sono le proteste in atto di chi si è ritrovato senza una casa per la quale invece aveva già pagato delle rate. Il secondo fenomeno è che sono saltate delle banche e quindi i cittadini hanno perso tutti i soldi che avevano versato. Quelle sopravvissute invece, anche se la casa non esiste, chiedono di continuare a pagare il mutuo e questo sta portando alle proteste popolari.
Come sta reagendo il Partito?
È stata messa in atto una strategia abilissima di stampo orwelliano, per contenere le proteste ma che genera ulteriori proteste. Viene alterato da remoto il green pass e si dichiara che le persone che partecipano alle proteste hanno il Covid, per cui la polizia le ferma e le mette in quarantena. In realtà non è vero che hanno fatto il test e che sono positive, ma così vengono levate di torno.
Tutto questo come influenzerà l’ormai prossimo congresso del Partito comunista?
Non credo che il congresso subirà un qualche impatto. Ci sono già misure per assicurare l’ordine pubblico, poi nei regimi totalitari anche se ci sono movimenti di protesta noi non li vediamo.
La Cina però si sta trovando ad affrontare una grave crisi economica.
La crisi c’è e ci sono anche altre situazioni problematiche, ma il controllo poliziesco sembra molto alto.
In che modo il Partito potrà far fronte alle attuali proteste oltre alla repressione?
Dovranno dare qualche indennizzo a chi ha perso tutto, ma saranno comunque indennizzi parziali. Se dovessero indennizzare tutto e tutti l’economia cinese salterebbe. Chi protesta troppo finirà nei campi di rieducazione.
La Cina oggi più che mai sembra essere diventata un colosso dai piedi d’argilla dal punto di vista economico.
È così. Una delle cause che ha messo in ginocchio i piani quinquennali e decennali è stato senz’altro il Covid.
Questa crisi porterà Pechino ad avvicinarsi a Mosca, che sta cercando di costruire un blocco antiamericano?
Direi invece il contrario. Biden e Xi Jinping si parlano, chi può risollevare l’economia cinese non è Mosca, che ha bisogno di soldi. Sono gli Usa: se togliessero qualche sanzione ridarebbero un po’ di ossigeno all’economia cinese. Questo, se giocato bene, potrebbe portare Pechino nel campo occidentale di fronte a questa nuova divisione del mondo in blocchi.
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