Il 2023 sarà ricordato come l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale, ma anche per altre condizioni climatiche estreme, come le piogge torrenziali. Per il ricercatore climatico Mojib Latif del Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel «sono tutte facce della stessa medaglia, ovvero il riscaldamento globale». Nell’intervista rilasciata a Süddeutsche Zeitung evidenzia che la situazione è caotica per quanto riguarda la crisi del clima: «A volte succede qualcosa qui, a volte lì, ma a lungo termine gli estremi meteorologici stanno aumentando ovunque». Fare un’analisi sulla base di un solo anno è complesso, ma la ragione principale dietro questi fenomeni è solo una per Latif: il riscaldamento globale, per il quale anche gli oceani si stanno riscaldando.



D’altra parte, secondo Mojib Latif «non dobbiamo enfatizzare troppo il fatto che l’aumento di quest’anno è stato estremo. Per alcuni anni abbiamo avuto il fenomeno opposto, La Niña, che ha avuto un effetto di raffreddamento mentre il riscaldamento globale continuava sullo sfondo. Ora El Niño sta avendo l’effetto opposto, ma questo non significa che il riscaldamento abbia subito una forte accelerazione. Da quello che vedo, non è così». Per quanto riguarda l’obiettivo di fermare a 1,5 gradi l’aumento delle temperature, per il ricercatore climatico di origine pakistana era «inopportuno» che fosse inserito nell’Accordo di Parigi. «Anche allora era difficilmente raggiungibile. Supereremo sicuramente la barriera degli 1,5 gradi, la discussione su di essa è irrilevante. Ora si tratta di rimanere al di sotto dei due gradi, che in realtà è sempre stato l’obiettivo principale».



“LE EMISSIONI DI GAS SERRA SONO ESPLOSE”

All’epoca c’era la convinzione di poter raggiungere l’obiettivo dei 1,5 gradi. «Ma col senno di poi, credo che sia stato controproducente. Perché ora molte persone sono disperate, ed è così che è nata Ultima generazione», osserva Mojib Latif. Probabilmente senza l’obiettivo di 1,5 gradi, avremmo adottato un approccio ancora più lento? Ma è quello che sta accadendo comunque. «Quest’anno assisteremo ancora una volta al massimo storico delle emissioni di CO2. Questa è la 28esima conferenza sul clima e cosa è successo? Le emissioni globali di gas serra sono letteralmente esplose». Per il ricercatore climatico non ci sono segnali positivi: «Non abbiamo guadagnato praticamente nulla riducendo solo di poco le emissioni». Il clima potrà stabilizzarsi solo quando non verranno più emesse emissioni.



C’è l’impegno di molti Paesi, ma l’esperto è scettico. «Anche la Germania probabilmente non sarà in grado di raggiungere i suoi obiettivi climatici», ha dichiarato Mojib Latif a Süddeutsche Zeitung. «Tutti vogliono la protezione del clima, ma quando si arriva al dunque, la gente non vuole più averci a che fare», aggiunge Mojib Latif, che non nasconde il suo scetticismo. Ad esempio, da scienziato non vede una svolta all’orizzonte. «Tutti i parametri vanno nella direzione sbagliata. Se l’India, con più di un miliardo di persone e due tonnellate di CO2 pro capite, farà la stessa fine della Cina, che con otto tonnellate è già ai livelli europei, potete scordarvelo. Se l’India o l’Africa non hanno prospettive di prosperità senza carbone, allora seguiranno la strada intrapresa dalla Cina. Questo è il grande asse che deve essere scavato».

CRISI CLIMA, LATIF CONTRO IL “MODELLO” NORVEGIA

Mojib Latif critica anche la Norvegia: «Viene sempre additata come un Paese modello, ma ha creato la sua ricchezza con il petrolio e il gas e sta inondando il mondo di combustibili fossili». Al giornale tedesco esprime l’auspicio affinché venga fatto di più e che i costi delle tecnologie a protezione del clima continuino a diminuire, oltre che si raggiunga un punto di svolta. Più semplice esprimere auspici che previsioni. «È impossibile da prevedere con esattezza. Ma ci saranno sempre più eventi estremi, le temperature aumenteranno ancora, le condizioni in molte regioni del mondo continueranno a peggiorare e il livello del mare continuerà a salire. Naturalmente si possono costruire dighe contro tutto questo».

Ma per il ricercatore climatico ci sono tre limiti da non sottovalutare. Il primo riguarda la prevedibilità. «Il clima è così complesso che non può essere previsto in ogni dettaglio». L’altro riguarda l’adattabilità: «Non possiamo adattarci ad alcuni estremi». Il terzo riguarda l’accessibilità economica: «Quello che temo è che il nostro mondo precipiti nel caos a causa dell’aumento delle migrazioni, del crollo delle catene di approvvigionamento, per qualsiasi motivo. La società è più fragile del clima». Le soluzioni ci sono, eppure non si riesce a prevenire tutto questo: «Il nostro cervello è proprio così, non è interessato al futuro, non lo sentiamo. Questo è ciò che mi ha detto un neuroscienziato. A mio parere, c’è solo un modo per ingannare il nostro cervello, ovvero incentivarlo. Le persone devono trarre beneficio, la protezione del clima deve essere divertente, portare un vantaggio. Allora è come il cioccolato», conclude Mojib Latif.